Quella accaduta a Cardito sembra sempre di più una storia di solitudine e violenza. Il piccolo Giuseppe, infatti, è stato ammazzato di botte dal suo patrigno, sotto gli occhi di sua madre che non lo ha soccorso. Ma ieri sera, durante la nota trasmissione “Chi l’ha visto”, sono state trasmesse alcune intercettazioni telefoniche che mostrano come persino le insegnanti del piccolo sapessero delle violenze di cui era oggetto.
Le parole delle maestre di Giuseppe
Sia Giuseppe che la sua sorellina di 8 anni, frequentavano la locale scuola elementare. Le insegnanti della bimba, vedendo le condizioni della piccina, avevano inoltrato al preside una nota nella quale segnalavano, genericamente, che l’alunna si recava a volte a scuola con vistosi lividi in faccia.
Tale nota è stata redatta appena 9 giorni prima del pestaggio che ha ucciso Giuseppe e ferito la sorellina.
Per quanto riguarda invece Giuseppe, nella sua classe nessuna nota è stata mai inoltrata. Ma le sue maestre sono state intercettate subito dopo la morte del piccino e le loro telefonate sono state trasmesse in diretta ieri sera, su Rai 3, nel corso del consueto appuntamento settimanale con il programma “Chi l’ha visto”. Le donne, parlando tra di loro e con parenti e amici, hanno raccontato il dolore e lo sconcerto per quanto accaduto al bimbo, ma hanno anche ammesso di immaginare che una tragedia di quel tipo potesse succedere proprio al loro alunno. Infatti una maestra ha spiegato "appena hanno detto Cardito ho subito pensato che fosse lui”.
Come se non bastasse le insegnanti raccontano che il piccolo Giuseppe si recava spesso a scuola tumefatto, mostrando segni di evidente disagio, restando in silenzio e gettandosi a terra. Davanti a queste spaventose manifestazioni le maestre rispondevano chiamandolo “scimmietta”, mentre Giuseppe rispondeva : ‘No, scimmia no!’.
La tragedia di Giuseppe e della sua sorellina
I due bambini di Cardito vivevano immersi in un clima di degrado e violenza, infatti le indagini stanno appurando che i piccini erano spesso sporchi, poco curati, non vestiti adeguatamente. Non sarebbe stata, inoltre, la prima volta che il patrigno picchiava violentemente i bimbi.
Ma le indagini hanno portato alla luce anche la complicità della madre dei bambini, che inizialmente si era difesa spiegando che, davanti ai suoi bimbi gravemente feriti, era rimasta impietrita dalla paura e non era stata in grado di chiamare i soccorsi. Una versione che non ha convinto la Procura, tanto che la donna è stata arrestata, poche settimane fa, per complicità. La madre dei piccini è infatti rimasta per diverso tempo con Giuseppe agonizzante, ma non ha allertato i sanitari.