Il sottosegretario al ministero dei Trasporti, Armando Siri della Lega è indagato per corruzione in un'inchiesta coordinata dalla Dia di Palermo e Roma.

Secondo gli inquirenti, Siri avrebbe intrattenuto dei rapporti, tutti da provare, con un faccendiere nel campo dell'energia eolica, Paolo Arata. Quest'ultimo infatti, docente universitario ed ex deputato dal 1994 al 1996, già da tempo è finito nel mirino degli inquirenti poiché avrebbe intrattenuto frequenti rapporti con Vito Nicastri, grosso imprenditore nel settore dell'energia eolica ritenuto vicino al clan di Matteo Messina Denaro.

Nicastri per questo si trovava agli arresti domiciliari, come precisa anche il quotidiano Repubblica.

Scenario inquietante

Secondo i media nazionali, se tutto questo dovesse essere confermato, si dimostrerebbe l'infiltrazione di personaggi inquietanti all'interno dei palazzi dell'Esecutivo. Gli investigatori hanno condotto una delicata indagine, e in alcune conversazioni telefoniche lo stesso Arata avrebbe promesso una mazzetta di circa 30 mila euro a Siri per fare in modo di cambiare la legge sull'energia eolica, o meglio una clausola inserita nella stessa. Tale norma non è mai stata approvata.

I pm di Palermo, nella loro relazione di indagine, hanno dichiarato che sarebbero stati provati i rapporti tra Arata ed esponenti della Lega, come Armando Siri appunto.

Stamane, sia nel capoluogo siciliano che nella Capitale sono scattate una serie di perquisizioni, in modo da accertare le accuse mosse agli indagati e raccogliere ulteriori elementi che potrebbero tornare utili in sede investigativa. In totale sono una decina gli indagati, soprattutto nel filone siciliano dell'inchiesta, che si snoda tra due regioni italiane, Lazio e Sicilia.

Sempre Repubblica informa che questa mattina Nicastri è stato arrestato per violazione degli arresti domiciliari. Proprio lui non poteva avere contatti con nessuno, precisano gli inquirenti, ma nonostante la misura cautelare avrebbe continuato ad intrattenere rapporti con il faccendiere. Questo è stato l'episodio che poi ha portato all'indagine in questione, che è arrivata fino a Roma.

Siri replica: 'Siamo alla follia'

Armando Siri però respinge tutte le accuse che gli vengono mosse, e parla di "follia". Certamente le accuse ora dovranno essere provate, e nessun provvedimento di natura giudiziaria è stato preso nei confronti del sottosegretario in questione. Sicuramente nei prossimi giorni, o al massimo nelle prossime settimane, si potranno conoscere ulteriori dettagli su questo spiacevole episodio che fa tremare il partito di Matteo Salvini.

Non è la prima volta che Siri viene indagato per un reato di natura penale, circa 4 anni addietro patteggiò una condanna per bancarotta; lo stesso onorevole è stato fra i principali promotori della Flat Tax.