Una vicenda sorta tra i banchi di una Scuola elementare della provincia di Verona che, in queste ore, ha acceso il dibattito nel mondo della politica e tra l'opinione pubblica. Tutto è iniziato quando una famiglia straniera si è trovata indietro con il pagamento della mensa scolastica della figlia. A questo, punto la scuola ha servito alla piccina solo una scatoletta di tonno accompagnata da alcuni crackers.
La bambina ha potuto mangiare solo del tonno
La storia della bimba di origine straniera ha fatto ben presto il giro del paese, con diverse persone che hanno ritenuto ingiusto che a pagare l'inadempienza della famiglia sia stata proprio la piccola, costretta a consumare un pranzo diverso e ridotto rispetto a quello dei compagni di classe.
Inoltre sembra che la scolara, una volta resasi conto del trattamento differente che le era stato riservato, sarebbe scoppiata a piangere.
Sulla vicenda è intervenuta la segreteria regionale del Partito Democratico che ha chiesto spiegazioni al sindaco leghista Andrea Girardi, ritenendo che quello consumatosi nella scuola elementare veronese sia stato un "atto discriminatorio" non solo verso la famiglia indigente che non ha potuto pagare regolarmente la mensa alla figlia, ma soprattutto nei confronti della bambina che non è di certo responsabile dell'accaduto. Infine gli esponenti del PD hanno accusato la Lega di agire sempre allo stesso modo, ovvero rivalendosi sempre sui più deboli.
La replica del vicesindaco: 'Dobbiamo essere corretti verso le famiglie che pagano regolarmente'
L'amministrazione comunale guidata dal primo cittadino del Carroccio Andrea Girardi ha sottolineato che la decisione è stata presa in pieno accordo con la ditta che si occupa della mensa, aggiungendo che si è trattato di un "atto dovuto" verso tutte quelle famiglie che sono puntuali nei pagamenti.
Il vicesindaco Massimo Momi ha spiegato che c'è indubbiamente un certo dispiacere, ma allo stesso tempo ha ricordato: "Dobbiamo essere corretti anche nei confronti di tutte le famiglie che pagano regolarmente la mensa".
Inoltre il Comune, rispedendo al mittente le accuse mosse dalle opposizioni, ha evidenziato di aver attuato un programma che segue costantemente circa 36 bambini con problemi economici, le cui famiglie possono usufruire di una riduzione del costo del buono pasto dal 40% al 50%, stanziando circa 9.000 euro per questa misura di sostegno.
Bisogna ricordare che quanto accaduto di recente a questa bimba di genitori stranieri non è stato un episodio isolato: infatti, sempre nella stessa scuola del Basso veronese, si sarebbero verificati altri episodi simili nel 2018, con le maestre che in alcune circostanze avrebbero preferito rinunciare al proprio pranzo per offrirlo agli alunni indigenti. Anche su questo aspetto è intervenuto il Partito Democratico, ricordando che questo non è affatto un buon metodo per smascherare i cosiddetti "furbetti", giacché sarebbe il caso di introdurre delle procedure per sanzionare i genitori e non i bimbi.
Intanto su internet piovono i commenti degli utenti dei social network, alcuni dei quali stanno manifestando piena solidarietà alla piccola alunna che non ha potuto mangiare come tutti gli altri bimbi, ed altri che invece stanno invocando regole uguali per tutti, affinché i furbi non possano approfittarne per evitare di versare le somme previste.