"Devi seguire quella che è la linea dell'Arma, se ti interessa fare ancora il carabiniere". Questa frase, stando alla testimonianza del vice brigadiere Francesco Tedesco, ovvero il supertestimone, nonché imputato per omicidio preterintenzionale, del caso Cucchi, sarebbe stata pronunciata dal maresciallo Roberto Mandolini. "Mandolini mi disse questo, quando, dopo il decesso di Cucchi, gli chiesi come avrei dovuto comportarmi nel caso in cui fossi stato chiamato a testimoniare", ha dichiarato Tedesco, in aula, durante l'ultima udienza del processo Cucchi Bis, chiedendo esplicitamente di essere ripreso dalle telecamere.
Accuse gravissime quelle del carabiniere tarantino, che dopo anni di silenzio ha deciso di raccontare la sua verità sul caso che da dieci anni sta facendo discutere l'Italia, dentro e fuori le aule giudiziarie. Ma ad alimentare l'indignazione e far discutere on line sono soprattutto altre dichiarazioni, sempre di Tedesco, relative ai dettagli più tecnici di quello che, almeno stando al racconto del carabiniere, può tranquillamente essere definito come un vero e proprio pestaggio.
Ad aggredire l'allora 31enne geometra romano sarebbero stati i colleghi Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro, indispettiti dall'atteggiamento di Cucchi e dal fatto che si fosse rifiutato di fare il foto-segnalamento.
Il racconto di Tedesco in Aula
Stando a quanto riferito da Tedesco, dopo un iniziale battibecco, Cucchi finse di tirare uno malrovescio ad uno dei carabinieri, mimando il gesto. Una finzione che Tedesco ha descritto con queste parole: "Mimò il gesto, non mi ha affatto impressionato, tant'è che sono rimasto dov'ero".
Successivamente l'alterco sarebbe proseguito, fino a degenerare in quella che il supertestimone ha definito come 'Un'azione combinata' dei carabinieri D'Alessandro e Di Bernardo, che avrebbero dapprima colpito Cucchi con uno schiaffo – che Tedesco definisce come 'abbastanza violento' – a cui avrebbe fatto poi seguito un calcio sul fondoschiena, all'altezza dell'ano, che avrebbe fatto cadere a terra il 31enne.
"Ho sentito il rumore della testa che sbatteva", ha dichiarato Tedesco, che a questo punto, stando al suo racconto, avrebbe cercato invano di fermare la violenza dei due colleghi: "Diedi una spinta a Di Bernardo, gli ho detto di fermarsi, di non avvicinarsi, a quel punto ho fatto alzare Stefano".
Le ulteriori accuse al maresciallo Mandolini
A far discutere in queste ore anche il fatto che il maresciallo Mandolini, sempre secondo la ricostruzione verbalizzata da Tedesco, all'epoca dei fatti avrebbe più volte pressato i suoi uomini allo scopo di far loro eseguire un maggior numero di arresti.
Fu proprio Mandolini, all'epoca a capo della stazione Appia, dove Cucchi venne arrestato, il primo a parlare con D'Alessandro e Di Bernardo. Al momento il maresciallo è imputato per falso e calunnia.