Quello ritenuto uno dei manoscritti medievali più misteriosi di sempre, il "Voynich", è stato finalmente decifrato da uno studioso inglese, Gerard Cheshire. Neanche l'FBI era mai riuscita a capire cosa vi fosse scritto, poiché il testo è composto con dei simboli ignoti. Adesso, però, si è riusciti a comprendere l'esoterico contenuto creato da alcune monache del '400: composto in una lingua ormai dimenticata, esso contiene metodi per creare pozioni con erbe e per fare previsioni astrologiche.
Uno studioso di Bristol rivela il significato del manoscritto 'Voynich'
Da sempre ritenuto il 'codice' più misterioso al mondo, il manoscritto Voynich ha affascinato generazioni di studiosi. Si tratta di un testo del 1400, ma essendo composto in una lingua ignota, nessuno, almeno sino ad oggi, era mai riuscito a capire cosa vi fosse contenuto.
Anche lo stesso Alan Turing, il matematico che decifrò il codice nazista Enigma, tentò di decriptarlo, ma senza risultati. L'FBI, invece, temendo che fosse di origine russa, durante la Guerra Fredda mise al lavoro le migliori menti per tradurlo, ma anche in questo caso senza risultati.
Soltanto ora Gerard Cheshire, uno studioso dell'università di Bristol, ha pubblicato la sua ricerca su "Romance Studies" e sembra aver trovato la soluzione dell'antico dilemma.
Il Voynich sembra essere una specie di enciclopedia illustrata e scritta da monache domenicane per Maria di Castiglia, regina di Aragona.
I segreti del codice Voynich
Dalla ricerca di Cheshire si è compreso che il codice è una sorta di prontuario colmo di rimedi erboristici, ma anche bagni medicamentosi e letture d'astrologia.
Gli argomenti affrontati dal testo sarebbero soprattutto metodi per affrontare problemi di cuore, di riproduzione e di mente, analizzate ovviamente nell'ottica delle credenze di allora.
All'interno del manoscritto c'è anche una mappa antica, che ha sempre affascinato gli studiosi. Ora si è compreso che era una cartina che narrava l'incredibile missione del 1444, guidata dalla regina Maria, atta a salvare alcuni sopravvissuti di un'eruzione sull'isola di Vulcano.
Per anni il codice è stato incomprensibile perché, come ha scoperto Cheshire, esso è scritto in una antica lingua romanza (tipo l'italiano o lo spagnolo) ma che oggi è del tutto scomparsa e dimenticata. Ad aggiungere difficoltà, c'era anche il fatto che c'erano anche molti simboli sconosciuti, ed era colmo di annotazioni abbreviate in latino.
Sino al 1912 il Voynich si trovava nel Castello Aragonese di Ischia. Allora però fu acquistato da un antiquario polacco, Wilfrid Voynich (da cui appunto prende nome), e il testo arrivò all'università di Yale.