L’Alabama fa scuola negli Stati Uniti, almeno in tema di aborto: anche in Louisiana è stata votata e approvata una legge più restrittiva in tema di interruzione di Gravidanza, che sarà vietata dopo il primo battito cardiaco del feto, per qualunque ragione. I medici che non rispetteranno le nuove norme rischieranno fino a due anni di carcere.

Divieto di aborto al primo battito del cuore del feto

Per entrare in vigore, la nuova legge attende solo la firma del governatore della Louisiana, il democratico John Bel Edwards. I principi si allineano a quelli già entrati in vigore il 7 maggio scorso in un altro Stato, quello dell’Alabama: dopo il primo battito cardiaco del feto l’aborto è vietato in ogni caso, anche se la gravidanza è conseguenza di eventi gravissimi quali lo stupro o l’incesto.

Più lievi le pene previste per i medici che praticheranno comunque un aborto: in Louisiana rischieranno al massimo due anni di carcere, mentre la legge dell’Alabama prevede la reclusione sino a 10 anni in caso di tentata interruzione di gravidanza e sino a 99 se l’operazione risulti portata a termine.

Il battito cardiaco di un feto viene rilevato dopo la sesta settimana di gravidanza

Di norma, un battito cardiaco vero e proprio può essere rilevato in un feto dopo la sesta settimana di gravidanza, prima sono comunque presenti “pulsazioni” che la legge statunitense non considera un battito a tutti gli effetti. In ogni caso, la “finestra” per una interruzione di gravidanza nei termini consentiti risulta veramente ridotta al minimo.

Battaglia legale già iniziata

Contro la legge anti-aborto dell’Alabama sono già stati presentati diversi ricorsi presso i tribunali dello Stato a stelle e strisce, altri ne saranno presentati se entrasse in vigore il provvedimento appena votato in Louisiana, eppure è proprio quanto auspicato dagli esponenti del partito repubblicano, che detiene la maggioranza nel parlamento di Montgomery.

Se un qualsiasi tribunale americano sospendesse la legge contro le interruzioni di gravidanza, “partirebbe” immediatamente un nuovo ricorso, questa volta alla Corte Suprema degli Stati Uniti che sarebbe chiamata a deliberare in materia. Una sentenza favorevole a norme più restrittive porterebbe ad analoghe modifiche nelle leggi federali statunitensi.

E attualmente, la maggioranza dei nove giudici che compongono la Corte Suprema (dopo la nomina di Brett Kavanaugh, indicato dal presidente Donald Trump) è vicina alle posizioni del partito repubblicano.

Netflix 'minaccia' la Georgia

Anche la Georgia sta discutendo una nuova legge in tema di aborto e anche in questo caso si parla forti limitazioni alla possibilità di poter effettuare legalmente un'interruzione di gravidanza. Curiosa, in questo caso, la reazione della casa di produzione Netflix, che ha "minacciato" di interrompere tutte le lavorazioni di film e serie televisive previste in Georgia se le nuove norme saranno approvate.