Ci sono significative novità nell'ambito delle indagini sulla morte di Cranio Randagio, vero nome Vittorio Bos Andrei, rapper romano deceduto nel 2016, nella sua città, a soli 22 anni. Nuovi accertamenti tossicologici sono stati infatti disposti dal giudice per l'udienza preliminare nell'ambito di una nuova inchiesta.

A causare il decesso del giovane è stato certamente un mix letale di sostanze stupefacenti, l'autopsia effettuata sul cadavere ha infatti evidenziato come nel suo corpo fossero presenti tracce di Mdma, morfina, crack, ketamina, codeina ed un farmaco oppiaceo, ma le circostanze in cui il giovane avrebbe assunto questo cocktail letale sono sempre state avvolte da un alone di mistero, addirittura di omertà, secondo parenti ed amici dell'artista.

Le incongruenze ed i sospetti di amici e famiglia: troppi dettagli mancanti

La sera prima di morire Cranio Randagio aveva preso parte ad un festino a casa di alcuni conoscenti. Lì, stando al racconto dei partecipanti alla festa, gli stessi che il giorno seguente avrebbero poi chiamato la polizia, si sarebbe addormentato sul divano, per non risvegliarsi più.

Tanti, troppi però i dettagli mancanti o poco chiari, almeno secondo gli amici e la famiglia del ragazzo. La madre di Andrei, un anno dopo la morte del figlio, aveva infatti parlato di 'silenzio immorale', manifestando le sue perplessità nei confronti dei testimoni, con queste parole rilasciate al Corriere della Sera: "Credo che sia immorale l'omertà di chi era con lui quella sera, parliamo di ventenni come lui, che si sono preoccupati di ripulire l'abitazione (Il Corriere della Sera fa notare come non sia stato rinvenuto nemmeno un mozzicone di sigaretta nella casa, dettaglio sicuramente singolare per una festa, ndr) e poi hanno negato qualunque tipo d'informazione, oltre a far passare mio figlio come il rapper tossico di turno, che si era presentato alla festa con tutto l'occorrente (le sostanze, ndr) per poi farselo da solo e morire, da solo e da str...o, mentre gli altri invitati alla festa sorseggiavano camomilla".

La nuova inchiesta e i nuovi accertamenti

Ora però, a quanto pare, una piccola speranza di far maggior luce su quanto accaduto all'artista sembra concretizzarsi. Ieri il giudice per l'udienza preliminare ha infatti dato disposizione per un l'approfondimento tossicologico nell'ambito della nuova inchiesta sulla morte del 22enne capitolino.

Il perito dovrà cercare di stabilire quando Andrei aveva assunto le sostanze, elemento fondamentale per direzionare le piste investigative.

Gli indagati sono tre, erano tutti presenti al festino

Gli indagati al momento sono tre, molto giovani e tutti presenti la sera del festino che fu fatale al rapper romano. Il presunto spacciatore, 26 anni, è accusato di detenzione e spaccio di droghe, ma anche e soprattutto del reato di aver cagionato la morte come conseguenza di altro delitto.

Un altro ragazzo, 25 anni, è indagato per favoreggiamento assieme al proprietario dell'abitazione dove era stato organizzato il mini party, a cui avevano preso parte in tutto dodici persone, oltre a Cranio Randagio, tutti maschi, fatta eccezione per un'unica ragazza. E infine un altro ragazzo sempre accusato di favoreggiamento.

Secondo Marco Macchia, avvocato e consulente legale della famiglia Andrei, ci sarebbero elementi sufficienti per disporre un processo.