Marco Carta ha scelto la trasmissione "Live - Non è la D’Urso" di Canale 5 per raccontare la sua versione dei fatti. L'ex vincitore di Amici ha voluto rispondere all'accusa di furto e gridare, ancora una volta, alla sua innocenza. "Ho trascorso dei brutti momenti" ha dichiarato, con le lacrime agli occhi, ai microfoni di Barbara D'Urso. Poi, ha concluso: "Sono una brava persona".

'Difficile dimostrare che non sei pazzo'

Nei giorni scorsi Marco Carta è stato fermato dalla Polizia locale per furto aggravato alla Rinascente di Piazza Duomo (a Milano).

È accusato di aver sottratto sei magliette per un valore complessivo di circa 1.200 euro. Durante il rito per direttissima, sabato scorso, il giudice non ha convalidato l'arresto per l'artista 34enne e - in attesa del processo che si terrà nei prossimi mesi - non ha voluto applicare nessuna misura cautelare nei suoi confronti. Per la donna che era con lui, l'infermiera 53enne Fabiana Muscas, invece, l'arresto è stato convalidato.

Marco Carta, ieri, nel salotto di Barbara D'Urso ha voluto raccontare la sua versione. “Sono molto scosso - ha esordito- Quando ti trovi in un manicomio è molto difficile dimostrare che non sei pazzo". Poi, ha ammesso di aver passato momenti davvero terribili, ma di essersi fatto forza pensando - e ripetendosi come un mantra - di essere una brava persona e non un ladro (che, a suo dire, è la cosa più brutta che ci sia).

La versione di Marco

Visibilmente commosso, Marco Carta, ha poi ripercorso i fatti e ha spiegato a Barbara, e al pubblico di Live – Non è la D’Urso, cosa è veramente successo la sera del 31 maggio scorso.

Il cantante di "La Forza Mia” ha ricordato che si trovava nello store Rinascente con un'amica - Fabiana Muscas - che conosce da molto tempo (si sono infatti avvicinati dopo il trionfo al festival di Sanremo del 2009).

"Avevo una busta contenente delle cose pagate e regolare scontrino" ha precisato l'artista "ma una volta raggiunta l'uscita, gli addetti alla sicurezza ci hanno fermato e ci hanno chiesto di seguirli. E, quindi, ho visto che toglievano delle t-shirt dalla borsa di Fabiana". Con la voce rotta, ha poi aggiunto: "Non mi sembrava possibile ed ero sconcertato".

Arrestati dagli agenti di polizia Locale, Marco e Fabiana, sono stati separati e fatti salire su due diverse auto che li hanno condotti in prigione. Quindi, il giovane, dopo aver ricordato l'esperienza della cella ("Mi sentivo come un animale in gabbia") ha voluto precisare che non è stato rinviato a giudizio - come riportato da alcuni giornali - ma sarà processato per direttissima in quanto non ha bisogno di mesi per crearsi una difesa.

Il processo si terrà nel mese di settembre. "Non sono preoccupato per quello che accadrà, ma per quello che dirà la gente" ha infine confessato Marco Carta. "Quando tutta questa storia finirà rimarrà sempre un brutto ricordo, ma io, comunque, cammino a testa alta".