Hanno scelto tutti di avvalersi della facoltà di non rispondere i 10 indagati arrestati sabato scorso dai carabinieri di Brindisi nell'ambito di un maxi-blitz che ha sgominato un presunto sodalizio criminale dedito alla spaccio di sostanze stupefacenti. Secondo quanto riporta la stampa locale, in particolare la testata giornalistica online, Brindisi Report, il gruppo operava tra la frazione brindisina di Tuturano, e altre località della provincia di Lecce, in particolare Collepasso, Cutrofiano e Casarano. Per dovere di cronaca dobbiamo precisare che non tutte le ordinanze di custodia cautelare hanno previsto il carcere per gli indagati: infatti, per due fratelli di Tuturano, P.A.

e D.A., rispettivamente di 31 e 28 anni, sono scattati gli arresti in regime di domiciliari, così come per un 40enne di Collepasso, un 25enne di Cutrofiano e un altro 52enne di Copertino. Stessa misura cautelare gli inquirenti hanno applicato a S.C.C. un 33enne casaranese. Restano in carcere invece L.M, A.M e G.G. tutti tuturanesi, e S.M di Brindisi. Durante l'interrogatorio di garanzia effettuato davanti al gip del Tribunale di Brindisi nelle scorse ore è emerso il nome di un dodicesimo indagato, originario proprio di Tuturano.

Indagato imprenditore agricolo

La nuova persona finita nel registro degli indagati sarebbe quindi un tuturanese di 39 anni, il quale sarebbe titolare di un'azienda agricola che ha sede nella stessa provincia brindisina.

Per costui chi indaga non ha ritenuto utile nessuna misura cautelare, in quanto la sua posizione sarebbe marginale rispetto al sodalizio in questione. Rimane comunque indagato a piede libero, in quanto è accusato, con altre due persone, A.V. e G.G, entrambi residenti a Tuturano, di ricettazione di mezzi agricoli. Infatti, contestualmente alla scoperta del giro di droga, gli inquirenti hanno portato alla luce alcuni furti perpetrati ai danni di un'azienda di Mesagne.

L'inchiesta

Le indagini sono partite il 17 novembre del 2018, quando gli stessi carabinieri operarono un blitz nella stessa frazione brindisina e nel comune capoluogo, il quale portò all'arresto, sempre per spaccio di stupefacenti, di altre sei persone. Un ulteriore approfondimento sulla destinazione della droga venne fatto a partire dal 12 maggio del 2018, quando gli inquirenti documentarono una cessione di cocaina.

Sarebbe stato documentato anche lo spaccio di marijuana, e a tal proposito, sempre nel filone attuale dell'inchiesta, è emerso un nuovo particolare, ovvero quello che uno degli indagati avrebbe voluto pagare con lo stupefacente in questione una barca da 12 mila euro. Tale volontà era stata espressa da questo stesso soggetto agli stessi tuturanesi finiti oggi in carcere, ovvero L.M e A.M. Sicuramente nei prossimi giorni potrebbero emergere ulteriori particolari su questa indagine, che ovviamente rimane ancora aperta.