Detriti e polvere nera coprono tutta l’isola dell’arcipelago delle Eolie. La situazione a Stromboli sembra però tornare alla normalità in seguito alle due violente esplosioni verificatasi intorno alle 16:46 di ieri, 2 luglio, e la notte appena trascorsa è stata relativamente tranquilla per abitanti e turisti.

Paura tra gli astanti e turisti

Dopo la paura e la constatazione della morte dell'escursionista 35enne Massimo Imbesi e di almeno tre feriti nella frazione di Ginostra, gli incendi hanno continuato, anche se subito domati e tenuti sotto controllo.

Piccoli terremoti di scarsa intensità, al di sotto della magnitudo 2, sono stati avvertiti, senza creare alcun danno; con molta probabilità i sismi sono dovuti all’assestamento del vulcano

I detriti e la pomice nera coprono il paesaggio, con uno strato alto alcuni centimentri. Al di là della frazione di Ginostra, la zona maggiormente colpita, sono rimasti in attività ancora diversi piccoli focolai e dei roghi sul lato di Stromboli.

Gli abitanti sono già al lavoro per spalare i detriti, ma richiedono ulteriore aiuto.

I Vigili del Fuoco hanno lavorato per tutta la notte, anche con l’ausilio di una motobarca e di due Canadair, che hanno ripreso a sorvolare l’isola già dall’alba.

Le due esplosioni che mercoledì pomeriggio hanno fatto tremare e incendiare la terra, sono state definite tra le più intense mai registrate dal 1985, ovvero da quando il vulcano viene monitorato.

Un forte boato ha preceduto l’alzarsi di una enorme colonna di fumo, il precipitare di una pioggia di lapilli incendiari e materiale lavico, oltre al divampare delle fiamme sui costoni del vulcano. A raccontarlo i testimoni, circa un centinaio tra turisti e residenti, dei momenti di paura vissuti durante l’esplosione, in seguito dei quali in molti si sono barricati in casa o gettati in mare.

Fenomeno concluso, ma possibili repliche

Dall’Ingv (Osservatorio Etneo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), nella persona del Direttore Eugenio Privitera, affermano che il fenomeno può considerarsi sostanzialmente concluso, anche se risulta impossibile prevedere eventuali repliche, poiché non esistono segnali di allarme che li annuncino.

Attività “parossistiche” di questo tipo, già registrate nel 2003 e nel 2007, sono, tuttavia, "fenomeni abbastanza rari”, continua Privitera, proprio perché lo Stromboli si caratterizza per “un’attività continua, ma a bassa energia”.

Le due forti esplosioni, verificatasi a pochi secondi l’una dall’altra, hanno interessato l’area centro-meridionale del vulcano e sono state precedute da fuoriuscite di materiale lavico dalle diverse bocche attive site intorno al cratere.

La colonna eruttiva si è alzata per circa 2 km al di sopra del cratere e si è in seguito dispersa verso sud-ovest.

Gli incendi, invece, sono stati generati dalla ricaduta di lapilli incendiari "lungo i fianchi del vulcano”, chiarisce il Direttore dell’Osservatorio Etneo, affermando che il fenomeno è stato affiancato da diversi segnali geofisici, tra questi la deformazione del suolo. A dimostrazione di ciò, il tracciato sismico mostra circa 20 eventi esplosivi minori, oltre ai due maggiori e percepiti.