L'imbarcazione della Sea Eye 'Alan Kurdi' ha deciso di dirigersi verso l'Italia. Nelle ultime ore la stessa nave della Ong tedesca ha rifiutato l'offerta di uno sbarco a Tripoli proposta dalla Guardia costiera libica. D'altronde, lo staff della Alan Kurdi ha fatto sapere di non essere disposto a riportare i migranti nel paese nordafricano, considerato come troppo poco sicuro per gli stessi.

In tal modo, riporta un articolo del Giornale, l'organizzazione umanitaria non governativa potrebbe decidere di sfidare i regolamenti imposti dal Viminale.

Il salvataggio dei migranti e il divieto d'ingresso in Italia

Recentemente la nave dell'organizzazione umanitaria ha salvato 40 migranti al largo delle coste della Libia. In seguito, la Alan Kurdi ha avvertito le autorità libiche e, come già ricordato, ha rifiutato la proposta avanzata dalla Guardia costiera della nazione del Nord Africa. La Ong ha fatto anche sapere di aver ricevuto, via email, una notifica del divieto d'ingresso nelle acque territoriali dell'Italia.

Tale divieto era stato firmato dai ministri pentastellati Toninelli e Trenta così come dal ministro dell'Interno e segretario della Lega Nord Matteo Salvini. Ultimamente proprio Salvini si è detto decisamente contrario allo sbarco della nave della Ong originaria della Germania.

L'appello dell'organizzazione umanitaria all'Unione Europea

Stando a quanto riportato da un articolo pubblicato sul sito della Repubblica, lo staff della famosa Ong ha specificato di non essere intenzionato a violare il divieto d'ingresso nelle acque territoriali italiane. Oltre a ciò, la stessa Sea Eye ha fatto appello all'Unione Europea al fine di trovare una soluzione negoziata relativa all'accoglienza dei quaranta migranti presenti sull'imbarcazione.

Stando al già citato articolo della Repubblica, sull'imbarcazione umanitaria vi sono anche un neonato e due bambini molto piccoli e, d'altronde, le condizioni meteorologiche non sembrano essere delle migliori. Comunque sia, c'è da dire che la questione che sta riguardando la Alan Kurdi rientra nel più ampio contesto di crisi migratoria che sta interessando l'Italia e tutti i paesi facenti parte dell'Unione Europea.

Proprio a proposito del Belpaese, c'è da dire che questa vicenda rappresenta un'ulteriore momento di scontro tra il governo gialloverde e il mondo delle organizzazioni umanitarie non governative internazionali. Inoltre, la questione simboleggia anche i sempre più forti contrasti tra l'ala governativa che fa capo a Matteo Salvini e alla Lega Nord e, d'altro canto, l'opposizione di centrosinistra.