È stato fermato nella giornata di ieri, 31 luglio, a Reggio Calabria, il presunto autore dell'omicidio della proprietaria di un noto tabacchino nel capoluogo calabrese. Il delitto si è consumato nelle scorse ore, quando la vittima è stata brutalmente aggredita a colpi di mannaia mentre stava per chiudere il suo esercizio commerciale.
Arrestato il presunto assassino individuato dalle telecamere di sorveglianza
Sicat Billi Jay, un 43enne originario delle Filippine, è stato raggiunto e fermato ieri dalla Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria con l'accusa di essere l'autore dell'omicidio della 66enne Mariella Rota.
In un primo momento gli inquirenti avevano ipotizzato un tentativo di rapina finito male, ma in realtà sembra che il movente sia decisamente diverso.
L'uomo, stando a quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, durante l'interrogatorio tenutosi nella mattinata di ieri, avrebbe più volte negato qualsiasi coinvolgimento nel delitto consumatosi in Via Melacrino ai danni della 66enne. Tuttavia, alla presenza degli inquirenti, il 43enne avrebbe ammesso di conoscere la vittima, riconoscendo anche di essere un cliente abituale del tabacchino dove, spesso e volentieri, si fermava per giocare.
Il probabile assassino di Mariella Rota sarebbe stato incastrato dalle videocamere di sorveglianza che lo avrebbero immortalato al momento dell'ingresso del negozio e mentre assaliva, togliendole la vita, la proprietaria del locale.
Il presunto movente del macabro delitto
Il movente dell'omicidio della signora Rota a Reggio Calabria sarebbe legato alla ludopatia e soprattutto alle corpose perdite alle quali sarebbe andato incontro il 43enne. Questi, in preda all'ira, ritenendo responsabile delle mancate vincite proprio la proprietaria del tabacchino, avrebbe deciso di aggredirla brutalmente.
Dalle immagini catturate dai dispositivi di videosorveglianza e accuratamente analizzate dalle forze dell'ordine nelle ore successive all'omicidio, pare che l'assassino di Mariella Rota si sia scagliato contro di lei, colpendola ripetutamente con una mannaia da cucina in diverse parti del corpo.
Gli inquirenti ritengono che si tratti di un omicidio premeditato, poiché sembra che l'aggressore avesse già portato con sé l'arma e dei vestiti puliti per cambiarsi dopo il delitto.
Come riportato in conferenza stampa dal procuratore capo Giovanni Bombardieri, l'uomo, dopo aver tolto la vita alla 66enne, si sarebbe impossessato della memoria del computer pensando che vi fossero presenti le immagini delle telecamere di sorveglianza. In realtà queste erano collegate ad un altro circuito che ha permesso agli investigatori di recuperarle e di analizzare le varie fasi del delitto.
Dopo aver ucciso la donna ed aver chiuso la saracinesca del negozio, il filippino avrebbe cercato di lasciare la città, ma non sarebbe riuscito nei suoi propositi perché opportunamente individuato e fermato dalle forze dell'ordine.