Si è tenuta il 12 novembre 2019, presso la nona sezione penale del Tribunale di Milano, la seconda udienza del processo a Drefgold, trapper e figlioccio artistico di Sfera Ebbasta, che lo ha voluto nel roster dell'etichetta discografica fondata assieme a Charlie Charles, la BHMG (BIllion Headz Money Gang).

L'arresto dopo la perquisizione: in casa del trapper 100 grammi di marijuana e 12mila euro in contanti

Il trapper era stato tratto in arresto lo scorso 23 agosto, sempre a Milano, in seguito ad una perquisizione effettuata nel suo appartamento, che aveva portato al ritrovamento di circa 100 grammi di marijuana e 12mila euro in contanti.

Abbastanza, secondo l'accusa, per poter ipotizzare un illecito penale e configurare un quadro giuridico incentrato sul reato di spaccio di stupefacenti.

Ad insospettire gli agenti erano state alcune segnalazioni dei vicini di casa del rapper, che avevano descritto un viavai sospetto dal palazzo dove si trova l’abitazione dell’artista classe 1996.

La serata di Brescia e la marijuana ricevuta come regalo

Drefgold, analogamente a quanto aveva già fatto durante la prima udienza, tenutasi lo scorso 12 settembre, ha ammesso la proprietà dello stupefacente, ma ha respinto nettamente le accuse di spaccio.

Il cantante, assistito dal suo legale, l'avvocato Niccolò Vecchioni, ha ricostruito in aula gli eventi precedenti all'arresto, spiegando di aver suonato il giorno precedente a Brescia, nell'ambito di un festival organizzato da Radio Onda d'urto, in cui si sarebbe esibito come artista principale.

E’ proprio in questo contesto che l’autore di 'Kanaglia' avrebbe ricevuto la marijuana, che sarebbe un regalo da parte di alcuni estimatori.

'Non chiederei mai della droga a qualcuno che è più famoso di me'

"Io sono un personaggio pubblico, la gente mi omaggia con delle sostanze stupefacenti", ha spiegato il ventitreenne in aula, che ha poi proseguito il racconto, ribadendo di non aver in alcun modo venduto o regalato la sostanza in questione a chicchessia, queste le sue parole: "Una volta tornato a casa ho posato la marijuana sul pavimento della mia camera da letto, non ho mai pensato di cederla o condividerla con qualcun altro, se me l'avessero chiesta non l'avrei ceduta ugualmente. In ogni caso è una cosa che non si fa, io non chiederei mai della droga a qualcuno che è più famoso di me".

Analogamente a quanto già fatto nella prima udienza, Drefgold ha ribadito di non aver alcun bisogno di commerciare illegalmente in stupefacenti, potendo vantare negli ultimi anni delle entrate economiche più che dignitose.

"Da quando sono diventato popolare incasso dai 150mila ai 200mila euro ogni anno", ha infatti spiegato l’artista.

Intercettato dai microfoni di Fanpage.it dopo la prima udienza dello scorso 12 settembre, il legale del trapper si era detto fiducioso di poter dimostrare l'innocenza del suo assistito.