Sono passati 18 anni dal terribile massacro di Novi Ligure: oggi l’autrice della strage, Erika De Nardo, si è rifatta una vita, si è sposata ed è stata perdonata da suo padre, anche se in paese la vicenda fa discutere.
Erika De Nardo è libera e si è sposata
Erika De Nardo aveva solo 16 anni quando, una sera di 18 anni fa, ha atteso il rientro a casa di sua madre di suo fratello, di soli 11 anni, per ucciderli a colpi di coltello. Con lei c’era anche il suo fidanzato di allora, Omar. I due ragazzi uccisero con estrema ferocia e in seguito provarono a nascondere le proprie colpe raccontando che misteriosi estranei si erano introdotti in casa compiendo la strage.
Gli inquirenti avevano però capito presto che la versione dei due giovani non era veritiera e così era emersa l’orribile verità. Tutto il paese era rimasto sotto shock per l’accaduto, ma con l’arresto dei due giovani aveva cercato di voltare pagina.
Oggi i fantasmi del passato sembrano essere tornati ad agitare Novi Ligure: Erika De Nardo è infatti tornata libera ed è giunta la notizia che si è sposata. Secondo quanto riferito da Don Mazzi, nella cui comunità la ragazza ha vissuto per molto tempo, la De Nardo ha voltato pagina ed è riuscita a cambiare, diventando una persona migliore e trovando l’amore. Il sacerdote ha sottolineato quanto sia stato importante, in questo processo, il supporto che la giovane ha ricevuto in maniera incondizionata da suo padre, unico superstite della strage, che le è rimasto vicino e l’ha perdonata.
Le nuove vite dei ragazzi assassini
Il caso della giovane Erika non è l’unico a scuotere le coscienze. Il suo complice Omar è infatti tornato in libertà un anno prima di lei, e anche lui ha adesso un nuovo amore.
Piu difficoltosa la nuova esistenza di Pietro Maso, che nel 1991, a 19 anni, con tre suoi amici, uccise i suoi genitori per poter mettere le mani sulla loro eredità.
Il ragazzo, dopo 30 anni di carcere, era tornato in libertà, ma nel 2016 è stato indagato per tentata estorsione e nel 2017 è stato ricoverato in una clinica psichiatrica.
Era invece il 1996 quando il giovane Carlo Nicolini uccise i suoi genitori dopo una banale lite, dovuta probabilmente ad una cena non gradita da Carlo. L’uomo è ora presso la comunità terapeutica di Montezemolo, che si trova in provincia di Cuneo.
Qualche tempo fa il suo nome era stato al centro di molte polemiche perché aveva ricevuto un’eredità di 8 milioni di euro in immobili lasciatagli proprio dai genitori che ha ammazzato brutalmente.
Casi che portano la società a interrogarsi sul recupero dei giovani che sono stati protagonisti di efferati delitti e sul loro effettivo reinserimento nella comunità.