Giornata infausta, domenica 1° dicembre, per due escursionisti abituati alla montagna, appassionati, amici nella vita e nella loro passione. È accaduto nel canalone del Ravone della Vespa, a Sant'Eufemia a Majella. Gianpiero Brasile, 58 anni, era un dermatologo di Lanciano, molto conosciuto a Pescara, sia per la sua professione medica, sia per l'essere marito di Irene Vizioli, vice questore della città abruzzese; Antonio Muscedere aveva tre anni di meno, era originario di Sora, ma residente in provincia di Frosinone, a Posta Fibreno.

Intorno alle 11 di domenica mattina erano insieme ad un gruppo di escursionisti, loro due, più altri quattro, tutti esperti e ben equipaggiati.

L'incidente è avvenuto a 2500 metri di quota, un punto del canalone molto conosciuto dagli amanti del trekking, ma anche parecchio temuto per via del brecciolino che diventa molto scivoloso in certe giornate autunnali, quando comincia ad essere presente anche il ghiaccio sui sentieri.

Uno dietro all'altro, un solo amaro destino

Secondo la ricostruzione dei soccorritori ed i racconti dei testimoni e superstiti, compagni di escursione, il primo a scivolare sarebbe stato Gianpiero Brasile, in seguito l'amico Antonio Muscedere si sarebbe sporto per guardare dov'era caduto per poterlo aiutare, ma ha perso l'equilibrio e non è più riuscito a fermarsi neanche lui. Due degli altri escursionisti hanno cercato di soccorrerli a loro volta, scendendo fino in fondo al dirupo molto lentamente, procurandosi anche diverse ferite ed escoriazioni, ma senza poter fare altro che realizzare quanto accaduto, Gianpiero ed Antonio erano ormai senza vita.

Gli ultimi due del gruppo sono rimasti aggrappati per ore, aspettando i soccorsi che uno dei due aveva nel frattempo allertato, e poi durante tutte le fasi di recupero, sia delle due salme, sia dei due escursionisti scesi per aiutare e bisognosi anche loro di cure. Sono stati infatti trasportati al campo base allestito a Roccacaramanico dagli operatori del 118 di Pescara, per le opportune medicazioni e conforto.

Numerosi gli operatori giunti sul posto nella mattinata di domenica; i Vigili del Fuoco hanno provveduto a trasportare la salma di Antonio Muscedere all'obitorio di Pescara, mentre l'elicottero del 118 ha trasferito il corpo di Gianpiero Brasile all'Ospedale dell'Aquila. I volontari del Soccorso Alpino hanno invece accompagnato a piedi i superstiti, fino al parcheggio delle macchine, ferme lì dalle 6:00 di mattina, sulla spianata della Rava del Ferro.

Rinvenuto il corpo senza vita di un giovane, un altro ancora scivola dal vallone senza conseguenze

Un ragazzo di 19 anni, partito dai Prati di Tivo, in provincia di Teramo, per una escursione sul Corno Grande, è scivolato sulla neve nel Vallone delle Cornacchie, proprio sotto al Rifugio Franchetti. Si tratta di F.E., di Fermo, scivolato per trenta metri, fermandosi poi sopra una roccia. I compagni hanno chiamato subito il 118, visto che non riusciva più a risalire, e uno di loro è sceso per aiutarlo. Non è stato poi necessario trasportarlo con l'elicottero preparato per lui ai Prati di Tivo, perché il suo stato di salute non era compromesso. I giovani si erano resi conto di non essere ben equipaggiati per un'arrampicata sulla neve, ma avevano deciso lo stesso di proseguire.

Sempre sul Gran Sasso, dopo due giorni di intense ricerche, intorno alle 10:30 di domenica mattina, è stato trovato il corpo senza vita di Matteo Martellini, 37 anni, di Città Sant'Angelo. Sono stati gli operatori del Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico Abruzzo, sul versante sud-ovest del monte Camicia, in un piccolo canale parallelo a quello principale del sentiero del Centenario, a 2200 metri sul livello del mare. La ricostruzione rivela che Matteo sarebbe scivolato giù per 300 metri a causa del ghiaccio, ma la morte è stata istantanea. Il Sindaco di Città Sant'Angelo, Matteo Perazzetti, aveva seguito tutte le operazioni di ricerca dalla base allestita a Campo Imperatore, sperando fino all'ultimo in un esito diverso della vicenda.

Tutti si aspettavano che "Matteo ce l'avrebbe fatta, considerando la sua esperienza", dicono gli amici del borgo dell'Annunziata, dove era molto conosciuto. Il cugino di Matteo, consigliere comunale, Francesco Polinesi, ha commentato: "Questa volta Matteo è stato tradito dalla montagna che amava tanto, è una tragedia immane".