Sembra non avere fine la vicenda giudiziaria che vede coinvolto il cantante Marco Carta. La sentenza di assoluzione emessa dal giudice a fine ottobre sembrava aver messo un punto definitivo e invece, stando alle notizie di questi giorni, il Pm di Milano Nicola Rossato avrebbe presentato ricorso in appello. Seguendo le dichiarazioni rilasciate dal Pubblico Ministero, sarebbero infatti molti gli elementi discordanti della versione fornita dal vincitore di Amici di Maria De Filippi nel corso dei vari interrogatori. Marco Carta, in caso di condanna in secondo e terzo grado, rischierebbe di scontare fino a otto mesi di reclusione oltre a dover pagare una multa salata.

Il vincitore di Sanremo accusato di furto alla Rinascente

Marco Carta, vincitore di Amici nel 2008 e di Sanremo nel 2009 con il brano "La forza mai," è stato accusato di aver rubato insieme ad una sua amica sei magliette del valore di milleduecento euro. I fatti sarebbero accaduti mentre i due si trovavano alla Rinascente, un rinomato centro commerciale di Milano. In questi mesi, Marco Carta si è sempre dichiarato estraneo alla vicenda tanto che sicuro della sua innocenza, ha scelto di essere processato con il rito abbreviato. E in effetti il giudice gli dato ragione scagionandolo pienamente da ogni reato con una sentenza che è arrivata a fine ottobre. A dispetto delle speranze del cantante, che avrebbe preferito che la sua crime story finisse lì, il Pm ha deciso di procedere con il secondo grado di giudizio.

Di seguito cosa ha scritto il Pubblico Ministero Nicola Rossato riguardo alla questione.

Secondo il Pm Marco Carta sarebbe colpevole e andrebbe condannato

In ben ventotto pagine di relazione, il Pm di Milano ha motivato il ricorso che nei giorni scorsi ha presentato in procura dopo la sentenza che ha assolto Marco Carta. L'intento della procura sarebbe quello di mettere in discussione punto per punto le motivazioni della sentenza di primo grado, dimostrando la non estraneità ai fatti del cantante.

Marco, dunque, avrebbe aiutato la sua amica a rubare le sei magliette rimuovendo tra l'altro le placchette antitaccheggio trovate poi nascoste in bagno. Il Pm afferma inoltre che il giudice avrebbe attribuito maggior peso e rilievo alle parole degli imputati (Marco e la sua amica) piuttosto che a quelle di un teste oculare che afferma altro.

Stando a queste dichiarazioni fatte dal Pubblico Ministero, la sentenza andrebbe dunque ribaltata completamente nel secondo grado di giudizio. Sarà però probabilmente necessario attendere il terzo grado di giudizio per conoscere la sorte che aspetta Marco Carta.