"È caduta dal letto dopo il parto", aveva detto della figlia neonata ricoverata in gravi condizioni. Ma anche: "Mi è scivolata dalle mani". Frasi terribili perché, anziché scagionarla, la inchioderebbero alla responsabilità del delitto più orrendo che si possa commettere: un infanticidio. Con l'accusa di omicidio volontario, una 29enne italiana di origine svedese, è stata arrestata ieri dai carabinieri della compagnia di Ostia.
In presenza di sua madre e nonna della neonata, si sarebbe accanita contro la bimba appena partorita nella sua abitazione di Vitinia, periferia sud ovest della Capitale, con percosse che ne avrebbero cagionato la morte. Oppure, l'avrebbe scagliata a terra. Proprio la nonna, è la persona che ha chiamato l'ambulanza. Al loro arrivo, i soccorritori hanno trovato sangue ovunque e la neonata che purtroppo non ce l'ha fatta, in un terribile stato.
Neonata partorita in casa, grave trauma cranico
Questa brutta storia inizia all'alba di sabato scorso quando L.L.,romana d'origine svedese, dà alla luce una bambina nella sua casa nel quartiere residenziale di Giardino di Roma, tra Vitinia e Casal Bernocchi, a poca distanza dalla popolare zona di Acilia.
Nell'abitazione al quarto piano di una palazzina signorile, accade qualcosa di irreparabile: la neonata, ancora con il cordone ombelicale attaccato e avvolta in un asciugamano, è a terra in un lago di sangue. La trova così la nonna, la signora Inge, una donna svedese di 71 anni che abita in un villino poco distante. Nella stessa stanza, c'è la neomamma che piange. Alle cinque della mattina, la nonna chiama il numero unico delle emergenze e lancia l'allarme. I soccorritori, giunti in brevissimo tempo, si trovano davanti a una scena sconvolgente.
La neonata viene portata in codice rosso all'ospedale romano Bambin Gesù. I medici fanno di tutto per rianimarla e salvarla, ma le sue condizioni appaiono da subito disperate.
La piccola ha lottato per due giorni per sopravvivere, ma il suo quadro clinico, a causa di profonde ferite e di un grave trauma cranico, non lasciava spazio alla speranza. Ieri pomeriggio è stata dichiarata morta.
Neonata morta, la madre: 'Non sapevo di essere incinta'
La 29 enne in un primo momento è stata portata all'ospedale Sant'Eugenio per essere sottoposta alle cure post partum. Nel nosocomio è stata interrogata dai carabinieri, coordinati dalla Procura di Roma. 'Non sapevo di essere incinta' e 'mi è caduta', sono le frasi che ha detto e ripetuto ai militari per giustificare quanto accaduto e avallare la possibilità che si sia trattato solo di una disgrazia. Ma a un primo esame medico quando la neonata era ancora in vita, era emerso che lesioni e ferite sul corpicino della bambina sarebbero compatibili con percosse subite.
Per questo nello stesso giorno di sabato, in tarda serata, mentre era ancora ricoverata, la 29enne era stata sottoposta a fermo per tentato infanticidio. Poi, la situazione è precipitata fino al tragico epilogo. Ieri pomeriggio, la notizia della morte della neonata. La madre, dimessa dall'ospedale, si trova agli arresti domiciliari con l'accusa di infanticidio. Carabinieri e Procura sospettano che la neonata sia stata picchiata subito dopo il parto dalla madre con l'intenzione di ucciderla. Forse, l'ha scaraventata a terra: le piccola presentava ferite al cranio e uno schiacciamento al volto. La 29enne ha sostenuto di aver partorito in piedi: "La piccola mi è scivolata ed ha colpito il pavimento", ha riferito agli inquirenti.
Sarà l'autopsia, già disposta dalla Procura a chiarire le cause delle ferite sul corpicino. Il pm Antonia Giammaria, ha chiesto la convalida del fermo. Domani è previsto interrogatorio di garanzia della 29enne
Neonata deceduta, interrogativi cruciali
La ricostruzione fatta dalla 29enne, agli inquirenti è apparsa da subito inverosimile. Ci sono domande cruciali a cui l'indagata che ha parlato di "parto inaspettato", dovrà rispondere. Altrimenti, saranno le indagini a rivelare la verità. Possibile che davvero non sapesse di essere incinta? Potrebbero emergere documenti e referti medici che attestino il contrario. E poi: perché la scelta di partorire in casa? Come mai non sono stati chiamati subito i soccorsi?
Troppi gli elementi che finora non quadrano. Da capire anche il ruolo avuto dalla nonna prima del parto come dopo la nascita. Inoltre, gli inquirenti hanno trovato tracce ematiche nel pianerettolo dell'abitazione e nell'ascensore.
Della presunta infanticida si sa che vive tra la Germania e l'Italia: era tornata a Roma circa un mese fa, per star vicina alla madre dopo la morte del padre. Svolge lavori saltuari, ma non sarebbero emerse situazioni di disagio sociale. La 29enne ha un fidanzato che però non era presente al momento del parto. Gli investigatori vogliono accertare anche il suo ruolo in questa triste storia.