A soli 41 anni il grande campione di basket Kobe Bryant ha perso la vita mentre era in elicottero in California. A bordo vi erano anche sua figlia Gianna e altre sette persone. Nessuno è sopravvissuto al terribile impatto. Il velivolo ha preso fuoco mentre precipitava e sono risultati inutili tutti i tentativi di soccorso.

Il campione si stava dirigendo, sul suo Sikorsky S-76, alla Mamba Sports Academy, da lui fondata, per accompagnare agli allenamenti sua figlia tredicenne, Gianna Maria - una vera promessa del Basket. Sul mezzo vi erano anche altri sportivi, come l'allenatore di baseball John Altobelli, insieme a sua moglie Keri e alla figlia Alyssa, la quale giocava nella stessa squadra di Gianna Maria.

Il tragico incidente

Attualmente si sta ancora indagando sulla causa del tragico incidente. Sembra che il fattore scatenante più plausibile sia la nebbia che avvolgeva le colline di Malibu. Dopo che il mezzo è precipitato rovinosamente, i medici hanno cercato di salvare eventuali superstiti, scoprendo purtroppo, che nessuno era sopravvissuto all'impatto.

Kobe Bryant viaggiava spesso con il suo Sikosky S-76, fabbricato nel 1991, al punto che il portale Tmz ha affermato che "faceva la spola tra Newport Beach e lo Staples Center" - palasport in cui si allenano i Lakers, la squadra con la quale il campione ha trascorso praticamente l'intera carriera.

Le reazioni per la morte di Kobe Bryant

La notizia della morte di Kobe Bryant ha stravolto tutti, dai suoi famigliari ai tifosi più accaniti, ma anche i suoi grandi compagni di avventure e alcuni politici quali Barack Obama.

Tutti sono rimasti sconvolti dall'addio così prematuro di una grande stella. Un vuoto improvviso lasciato sui campi di basket, da un uomo che ha fatto la storia del suo sport, con il suo grande talento e la sua umiltà. Proprio grazie a tali qualità è riuscito ad entrare nei cuori di tutti, generando una grande malinconia.

Addirittura, un commentatore radiofonico di Los Angeles ha così commentato: "è come con John Fitzgerald Kennedy, ognuno di noi ricorderà dov'era quando ha avuto la notizia della morte di Kobe".

Probabilmente un'iperbole, ma nessuno dimenticherà mai le imprese titaniche del Black Mamba.

Kobe Bryant è stato uno dei migliori giocatori dell'Nba, ispirando anche molti altri cestisti, quali Kevin Durant, Dwayne Wade e Derrick Rose. Il piccolo Bryant a soli tre anni prese in mano la palla da basket, dimostrando, sin da subito, di poter essere un futuro grande giocatore, seguendo le orme del padre.

Prima di raggiungere gli USA - trampolino di lancio per la sua carriera a livello nazionale e internazionale - ha vissuto in Italia. Poi Kobe esordì in NBA nel 1996 e da subito riuscì ad entrare nei cuori dei tifosi di tutto il mondo per le sue spiccate doti. Risulta difficile accettare l'idea di non rivederlo più.

La carriera di Kobe Bryant e la lettera di addio

Figlio d'arte, Kobe è cresciuto in Italia fino ai suoi 13 anni, seguendo suo padre Joe. Sin da subito è stato evidente il suo grande talento e, tornato negli USA, la sua carriera è stata una continua ascesa verso il successo, muovendo i primi passi nell'Nba quando non era ancora diciottenne. Per ben vent'anni ha fatto parte dei Lakers, vincendo cinque campionati Nba.

Nel 2016, dopo vent'anni trascorsi sui parquet dei campi di basket, era arrivato ritiro di Kobe Bryant e, per tale occasione storica, il campione ha deciso di scrivere una lettera, emozionando tutti - non soltanto gli sportivi. Una lettera colma d'amore per quello sport che l'ha seguito per tutta la sua vita e che non l'ha mai abbandonato. In essa scriveva: "Caro basket [...] mi ero innamorato di te [...]. Da bambino di 6 anni, profondamente innamorato di te, non ho mai visto la fine di quel tunnel [...]. Ti amerò per sempre".

Così è stato fino al giorno della sua morte, il campione ha amato per sempre il suo basket, infondendo quella passione anche a sua figlia, Gianna, la quale stava seguendo le orme di suo padre, prima di perdere tragicamente la vita assieme a lui.