Da Monza arriva un caso di Cronaca Nera agghiacciante. Un bimbo di 5 anni è finito in coma per via di una febbre trascurata. Qualche tempo fa, il Tribunale brianzolo aveva deciso di togliere il piccolo alla madre adducendo un "rischio psico-evolutivo" e di affidarlo al padre. Quest'ultimo, però, non si sarebbe mai occupato del bambino che ora è ricoverato in terapia intensiva all'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

A segnalare la vicenda il legale della mamma, l'avvocato Francesco Miraglia, noto cassazionista-penalista, esperto in diritto di famiglia e minorile.

Il bimbo è in coma, semiparalizzato

Mercoledì 12 febbraio il bimbo, 5 anni da compiere, è stato ricoverato in gravissime condizioni all'ospedale di Bergamo. Da un paio di giorni aveva la febbre altissima, ma il padre - unico deputato dal Tribunale di Monza ad occuparsi della Salute del piccolo - lo aveva trascurato. Anzi, aveva ignorato anche la richiesta della madre di accompagnarlo dal pediatra.

Così, quando il bambino è arrivato in pronto soccorso le sue condizioni erano già disperate e, adesso, giace, semiparalizzato, in un lettino del reparto rianimazione.

I medici temono che vi sia una lesione al cervello, causata, probabilmente dalla febbre alta (forse dovuta un'infezione) mai curata per semplice trascuratezza. Forse, a causa dei danni neurologici, non potrà più parlare e camminare.

Le denunce della madre del bimbo

La mamma del bimbo, negli ultimi mesi, aveva segnalato più volte lo stato d'abbandono in cui versava il figlioletto. Il mese scorso, tramite l'avvocato Miraglia, aveva presentato un’istanza urgente al Tribunale di Monza sostenendo che il bambino non era curato e correva dei seri pericoli. Aveva corredato la denuncia anche con una consulenza di parte, firmata dalla dottoressa Vincenza Palmieri, e diverse foto che testimoniavano uno "stato d'incuria e malnutrizione da far pena".

Sembra che l'uomo si sia completamente disinteressato al figlio: "Non vivevano neppure assieme" ha sottolineato il legale. Il genitore, infatti, l'aveva affidato alla sorella. Il ragazzino, non solo non mangiava abbastanza, ma era anche sporco ( tanto da sviluppare eritemi, croste sul collo e funghi alla mani e ai piedi).

L'udienza del Tribunale - nel corso della quale si sarebbe dovuto valutare il riaffido alla madre - era prevista per la fine di marzo, ma la scorsa settimana la situazione è precipitata. "Il giudice - ha attaccato l'avvocato Miraglia - sapeva tutto e non ha mosso un dito. Per questo lo riteniamo responsabile".

Il bimbo tolto per 'rischio psico-evolutivo'

Spesso i casi di separazione sono difficili.

Soprattutto se ci sono dei bambini molto piccoli e i genitori non riescono ad accordarsi relativamente all'affidamento, come è accaduto alla coppia protagonista di questa triste storia. Il Tribunale civile di Monza, come ha riportato l'avvocato Miraglia sul proprio sito, lo scorso ottobre aveva deciso di togliere ad una madre brianzola il suo bambino di quattro anni (già seguito dai servizi sociali). Lo "curava troppo" e per questo, secondo il giudice, lo sviluppo del minore poteva essere compromesso.

Per la decisione, il giudice, si è basato sulle conclusioni avanzate dalla consulenza psicologica d’ufficio. Nella sua relazione, gli esperti avevano sottolineato che il piccolo era a rischio psico-evolutivo per via dei comportamenti adottati dalla madre.

Comportamenti che avrebbero sottinteso "un radicato convincimento della nocività e pericolosità della figura paterna" e avrebbero rappresentato un pregiudizio sui processi maturativi" del minore. Il piccolo era stato così affidato al padre, che vive nelle Bergamasca, in un paese di montagna con pochi abitanti e senza una scuola (la più vicina è a 20 km).