Alla luce del nuovo decreto del presidente del Consiglio pubblicato in Gazzetta Ufficiale e contenente ulteriori misure contro la diffusione del Covid-19, cambia di nuovo il modulo per l'autocertificazione dei cittadini in caso di spostamento. A distanza di pochi giorni dall'ultima versione del 17 marzo, il Ministero dell'Interno ha pubblicato il nuovo modulo inserendo le modifiche introdotte con l'ultimo Dpcm che ha vietato anche gli spostamenti per il rientro al proprio domicilio.

Nuovo modulo, cosa bisogna indicare

Nel nuovo modulo che i cittadini devono portare con sé in caso di spostamento è prevista l’indicazione della residenza e del domicilio.

Il cittadino deve dichiarare, sotto la propria responsabilità, di essere a conoscenza dei provvedimenti del Governo e delle limitazioni alla possibilità di spostamento previste per contenere l’emergenza sanitaria da Coronavirus. Tra i provvedimenti da osservare, sono indicati i dpcm dell’11 e 22 marzo e l'ordinanza del ministro della salute del 20 marzo. Bisogna dichiarare, inoltre, di non essere in quarantena o positivi al Covid-19 e di essere a conoscenza di tutte le sanzioni previste in caso di inottemperanza delle misure di contenimento (art. 650 c.p., salvo che il fatto non costituisca più grave reato). Nel nuovo modulo occorre, poi, indicare il luogo da cui lo spostamento è iniziato e la destinazione.

Tra i motivi che hanno determinato lo spostamento, nel modulo restano le "comprovate esigenze lavorative", i "motivi di salute" e la "situazione di necessità", per spostamenti all'interno dello stesso comune, come già previsto dai dpcm dell'8 e del 9 marzo. Dato il recepimento del dpcm del 22 marzo, che vieta i trasferimenti da un comune all'altro, è stata inserita la nuova voce "assoluta urgenza" in sostituzione di quella che prevedeva il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

Il nuovo modello prevede la controfirma dell'operatore di polizia che esegue il controllo. L'operatore dovrà attestare che la dichiarazione viene resa in sua presenza e previa identificazione del dichiarante: in tal modo, il cittadino è esonerato dall'onere di allegare una fotocopia del proprio documento di identità.

L’Enac dà l’ok all’uso dei droni per monitorare gli spostamenti

L'Enac, l’Ente nazionale per l'aviazione civile, con una disposizione che sarà valida fino al 3 aprile, ha consentito l’utilizzo dei droni in deroga ad alcune norme del regolamento sugli aerei a pilotaggio remoto. Il “via libera” dell’Enac è stato dispoto nell'ottica di contenere il contagio da Coronavirus e la nota è stata inviata ai ministeri dell'Interno, dei Trasporti e della Giustizia, allo Stato Maggiore dell'Aeronautica, all'Enav, all'Associazione nazionale dei comuni italiani e ai Comandi delle polizie locali. Come previsto dall'Enac, i droni potranno volare sulle aree urbane dove vi è scarsa popolazione esposta al rischio di un eventuale impatto e, per l’utilizzo, non sarà necessario il rilascio di alcuna autorizzazione da parte dell'ente.

I numeri dei controlli, possibile un inasprimento delle sanzioni

Come riportato dal Viminale, dall’11 al 22 marzo sono state controllate 2.016.318 persone e 92.367 sono quelle denunciate per inosservanza degli ordini dell'autorità. 2.155 le denunce per false dichiarazioni, 973.799 gli esercizi commerciali controllati e 2.277 i titolari denunciati. Dato il grande numero di violazioni delle misure di contenimento varate dal Governo, è possibile nei prossimi giorni un nuovo decreto per aumentare le sanzioni da applicare. L'idea è quella di inasprire l'ammenda ora prevista ed introdurre una sanzione amministrativa, quindi non penale, che secondo alcune indiscrezioni potrebbe consistere in una multa intorno ai 2 mila euro. L’aggravamento delle sanzioni potrebbe essere oggetto della riunione di domani del Consiglio dei ministri che si terrà alle ore 15.