Ieri, 11 agosto, la madre del bambino di tre anni offerto dal padre in cambio di soldi il 26 luglio sul lungomare di Ostia, si è recata nell'ospedale Grassi dove il piccolo era ricoverato e l'ha portato via senza previa autorizzazione del personale medico. I sanitari hanno allertato le forze di polizia del Commissariato Lido.

Una prima ricostruzione dell'accaduto

Secondo quanto riportato dal personale dell'ospedale, ieri mattina, verso le 11, la madre del piccolo ha forse approfittato di un attimo di distrazione degli operatori e ha portato via con sé suo figlio.

I sanitari si sono accorti subito dell'accaduto e hanno chiamato le forze dell'ordine, che ora sono alla ricerca della donna. La Questura ha sottolineato che la madre del bambino non ha più la responsabilità genitoriale. Gli inquirenti hanno ascoltato le testimonianze dei sanitari, degli addetti alla vigilanza e di tutti coloro che erano presenti nell'ospedale quando la donna ha portato via il bambino. Inoltre sono state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza dell'ospedale, comprese quelle degli spazi esterni per ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti.

Le dichiarazioni del legale del padre

L'avvocato dell'accusato, Luciano Bason sostiene che l'intera vicenda sarebbe una "montatura" e che il giovane, in quel momento sarebbe stato incapace di intendere e di volere.

"Ho l'impressione che si voglia costruire il 'mostro' - ha aggiunto - e si prende un giovane di 19 anni che io ho difeso anche in altre circostanze e posso dire che non è in grado di commettere questo genere di reato". Il legale, che si è detto fermamente convinto di quanto sopra dichiarato, ha fornito poi altri dettagli in merito all'accaduto, sottolineando che il suo cliente avrebbe offerto il proprio figlio in cambio di denaro "a un poliziotto libero dal servizio".

Il 19enne invece si è difeso dinanzi al giudice dicendo: "Non avrei mai potuto vendere mio figlio".

Il quadro clinico del bambino

Subito dopo l'accaduto, il bambino è stato trasportato all'ospedale Grassi di Ostia per degli accertamenti. Il piccolo era sporco, denutrito, disidratato e scalzo, ma le sue condizioni di salute sono apparse buone.

Non parlava, non diceva neanche mamma o papà e i medici stavano cercando di valutare se questo fosse dovuto allo spavento o a una patologia pregressa. Secondo quanto emerso, il tribunale dei minori avrebbe affidato il piccolo ai servizi sociali, in via temporanea. Invece il padre è attualmente detenuto nella casa circondariale di Regina Coeli, accusato di sfruttamento della prostituzione minorile. La famiglia è di etnia rom e vive nelle Salzare di Ardea, a sud di Roma, in condizioni di degrado e di abbandono sociale.