Sulla vicenda del piccolo Evan, un bimbo di 21 mesi deceduto il 17 agosto, la procura di Siracusa ha aperto un'indagine che ha portato al fermo di Letizia Spatola, madre del bimbo e del suo compagno Salvatore Bianco. Il bambino, deceduto per arresto cardiaco, presentava al suo arrivo in ospedale segni compatibili con atti di percosse, che hanno condotto gli investigatori a seguire la pista della violenza familiare.

Il padre naturale del piccolo aveva già presentato un esposto per maltrattamenti contro ignoti.

Il doppio arresto nel giro di 24 ore

La tragedia si è consumata tra le mura domestiche di un edificio di case popolari a Rosolini, nel siracusano, in cui il piccolo viveva con la mamma 23enne e col 32enne suo convivente. Una richiesta di soccorso al 118 era pervenuta proprio dalla giovane donna, la quale aveva dichiarato ai sanitari che il figlio era stato colto da malore. Inutile la corsa all'ospedale Maggiore di Modica, in provincia di Ragusa, dove il bimbo è giunto già in arresto cardiocircolatorio.

La scoperta da parte dei medici dei lividi presenti sulla testa, sul collo e sul torace del bambino, ha condotto il direttore sanitario, Pietro Bonomo a chiedere l'intervento della polizia. Da qui le indagini, guidate dal vicequestore Corrado Empoli da cui sono emerse le accuse indiziarie che hanno portato all'arresto del 32enne patrigno del piccolo, avvenuto la sera stessa del suo decesso. Successivamente è avvenuto il fermo anche della donna, che al principio avrebbe nascosto i maltrattamenti ai danni del figlio. I sospetti degli inquirenti sono stati rafforzati da alcune dichiarazioni dei familiari del bimbo. Ora la donna è accusata di non essere intervenuta a difesa del figlio durante le violenze fisiche che il convivente avrebbe inflitto al piccolo Evan.

Una tragedia annunciata

Al dolore e alla rabbia dell'intera comunità del centro siciliano in cui viveva il piccolo, si aggiunge quello del padre naturale, ex marito di Letizia Spatola. L'uomo il mese scorso aveva effettuato una denuncia in Liguria, dove svolge il suo lavoro, proprio per delle lesioni riscontrate sul piccolo. Era stata la nonna paterna ad accorgersi di alcuni ematomi vicino all'orecchio. "Il bimbo era maltrattato" ha detto Roberta Amore, compagna del nonno di Evan, aggiungendo che dopo le dovute segnalazioni agli enti sociali, si erano rivolti anche a un avvocato. "Ci battiamo, vogliamo la verità", ha ribadito la donna raccontando anche particolari rilevanti sulla mamma del bambino che giustificava con svariate scuse i segni evidenti sul corpo del figlio.

Ora i capi d'accusa ipotizzati per il 32enne in carcere a Siracusa e la 23enne detenuta a Messina sono quelli di concorso in omicidio volontario, maltrattamenti e lesioni. Nelle prossime ore sarà disposta l'autopsia del bimbo, intanto il sindaco di Rosolini, Giuseppe Incatasciato, ha rilasciato una triste nota su tutte la vicenda. "Rappresento la costernazione della città che è attonita e affranta", ha dichiarato il primo cittadino al Corriere della sera.