Il giallo di Caronia potrebbe essere a una svolta. Nella giornata di mercoledì 19 agosto, nei boschi circostanti l'A20 Messina-Palermo, sono stati rinvenuti dei resti umani che potrebbero appartenere al piccolo Gioele, il bimbo di quattro anni scomparso con la madre Viviana Parisi (43 anni) lo scorso 3 agosto. Il corpo della donna è stato ritrovato senza vita sabato 8 agosto. Del caso di Cronaca Nera se ne sta occupando la procura della Repubblica di Patti.

Potrebbero essere i resti di Gioele

Ancora non ci sono conferme ufficiali, ma molte sono le coincidenze.

Quelli rinvenuti nei boschi di Caronia (a 200 metri dal viadotto Pizzo Turda e a circa 700 metri dal punto in cui è stato trovato il corpo della mamma deejay) potrebbero essere al 99% i resti di Gioele. Ancora non è stato effettuato il riconoscimento ufficiale, solo l'esame del Dna darà conferme assolute.

Fonti investigative parlano di "tronco di un bambino", di una testa e di una t-shirt ritenuta "compatibile" con quella che il bambino indossava il giorno in cui è scomparso con la mamma. Il corpicino è irriconoscibile. Diverse parti, infatti, sarebbero state trascinate all'interno della fitta radura da alcuni animali selvatici. Gli investigatori, come scrive Rai News, hanno dichiarato che il corpo sarebbe stato lasciato nei boschi solo recentemente: "Altrimenti non si spiegherebbe perché il suo corpo sia stato trovato smembrato: in una zona la testa e gli indumenti, in un'altra zona il tronco senza arti".

Le parole dell'ex carabiniere che ha trovato il corpo

Il padre di Gioele, Daniele Mondello, si è subito precipitato sul luogo del ritrovamento. Con lui c'era la sorella Mariella (che nei giorni ha voluto prendere parte, in prima persona, alle ricerche) e il padre Letterio. Tuttavia gli inquirenti, per consentire al procuratore di Patti Angelo Cavallo e ai medici legali di compiere i rilievi del caso, non hanno permesso loro di avvicinarsi.

A trovare quelli che sarebbero i resti del piccolo Gioele, pochi minuti prima delle 10:30, è stato un carabiniere in congedo, Giuseppe Di Bello (55 anni). L'ex militare, nei giorni scorsi, aveva raccolto il disperato appello dei familiari del bambino. "L'ho trovato - ha dichiarato ai cronisti - dove gli altri non lo hanno cercato".

L'uomo, al lavoro nei boschi di Caronia dalle 5 del mattino, ha allertato i vigili del fuoco, che a loro volta hanno girato la segnalazione al procuratore di Patti, titolare dell'inchiesta, e alla polizia scientifica. "È stato un dono di Dio" ha commentato l'ex carabiniere, come scrive La Sicilia. Di Bello, come ha riferito un altro soccorritore, era particolarmente motivato: "Con una falce si è fatto largo in mezzo ai rovi".