Susanna L. l'ex compagna dell'uomo accusato dell'omicidio di Sabrina Beccalli (la giovane mamma scomparsa da Crema il giorno di Ferragosto), in occasione della "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" ha voluto ringraziare, con una lettera, le associazioni che in questi mesi l'hanno sostenuta.
Nella sua missiva - pubblicata sulla pagina Facebook dell'associazione "I nostri diritti Onlus" - ha denunciato la situazione drammatica che suo malgrado si è trovava ad affrontare e ha raccontato la sua tormentata relazione con Pasini.
Un uomo che - secondo quanto afferma - è arrivato a giurarle amore in oltre cento lettere, ma che in realtà non è mai cambiato e ha sempre continuato a farle del male.
La lettera di Susanna
Susanna, maestra 39enne, viveva con i suoi due figli di 3 e 14 anni nell'abitazione di via Porto Franco a Crema in cui, secondo gli inquirenti, sarebbe stata uccisa Sabrina Beccalli. Dopo il terribile fatto di Cronaca Nera, la donna, si è ritrovata senza casa (l'appartamento è stato posto sotto sequestro) e di conseguenza ha perso la possibilità di disporre dei propri oggetti e dei propri mobili.
In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne che si è celebrata lo scorso 25 novembre, Susanna, ha voluto inviare una lettera di ringraziamento all'Onlus di Udine "I nostri diritti" e all’associazione "Donne Contro la Violenza" di Crema che la stanno sostenendo di questi mesi.
Nella sua toccante missiva ha voluto anche riportare la sua testimonianza di giovane donna che nella vita ha incontrato tante difficoltà e che è "sopravvissuta" a una relazione-incubo solo perché "altre circostanze hanno privato della libertà l'uomo che le prometteva amore, ma che la privava di ogni libertà.
Susanna, in questi mesi, è stata descritta in molti modi dalla stampa locale: talvolta, le ricostruzioni effettuate sono state inesatte e, in molti, credendola una poco di buono le hanno "sbattuto la porta in faccia". Al contrario di quanto riferito da molti giornali, ad esempio, la 39enne non ha mai dato le chiavi di casa all'ex compagno (che, quindi, gliele ha sottratte).
Come precisato dalla stessa, infatti, pochi giorni prima del delitto di Sabrina, durante una vacanza in Sicilia, lei e l'uomo si erano lasciati.
"Lo ho obbligato - ha ricordato - ad interrompere le ferie con me e i miei figli per via del suo stato perennemente alterato e per via dei suoi reiterati atteggiamenti violenti". “Nell’arco di 3 anni - ha aggiunto - era la terza volta che tentavamo di stare insieme. Credevo anche in un suo recupero, ma presto mi accorgevo che non cambiava nulla". Dopo poco, infatti, l'uomo riprendeva con le bugie, il bere e gli atteggiamenti violenti.
'Cento lettere d'amore'
La 39enne, dicendo di non voler sentire le solite critiche tipo "eh, ma dopo le violenze, tu ci sei tornata insieme", ha voluto ribadire che chi non vive sulla sua pelle un rapporto del genere non può comprendere, come non può nemmeno capire a che livello ossessivo-compulsivo fosse arrivato, in un anno, il "corteggiamento" dell'uomo nei suoi confronti.
Susanna ha raccontato che, durante quell'anno, ha provato ad allontanare l'uomo con tutte le sue forze e a tagliarlo fuori dalla sua vita e da tutti i suoi contatti (reali e social), ma non ne è stata capace. Ha ricevuto più di cento lettere d’amore, biglietti, sorprese, inviti e fiori. Promesse che, però, si sono trasformate per l'ennesima volta in violenze. "Ho perdonato - ha ammesso la maestra - e mi sono ‘rifidata’, perdendo anche la stima di alcune persone estremamente giudicanti". Poi ha concluso: "Ho il dovere di precisare che la recidività di noi vittime nel continuare relazioni con uomini maltrattanti è incisivamente frequente: io non sono né la prima né l’ultima".