Gianna Del Gaudio, professoressa di Seriate (comune alle porte di Bergamo), potrebbe essere stata uccisa dalla stessa persona che qualche mese più tardi, il 20 dicembre 2016, ha accoltellato a morte Daniela Roveri nell'androne di un palazzo del quartiere Colognola di Bergamo. A sostenerlo durante il processo che vede imputato Antonio Tizzani, marito della Del Gaudio, è il genetista Giorgio Portera. Il consulente milanese, ex Reparto investigazioni scientifiche di Parma, in questi anni si è occupato di diversi casi di cronaca nera. Tra questi, l'omicidio di Yara Gambirasio, la ginnasta 13enne di Brembate Sopra.

Il processo a Tizzani, marito di Gianna del Gaudio

Nella giornata di ieri, martedì 17 novembre, in Corte d'Assise si è svolta l'udienza del processo che vede imputato Antonio Tizzani. Il capostazione 72enne, attualmente in pensione, è accusato dell'omicidio della moglie, Gianna Del Gaudio. La professoressa di italiano e storia è stata uccisa con una coltellata nella sua casa di via Madonna delle Nevi, a Seriate, nella notte tra il 26 ed il 27 agosto 2016.

Di fronte al pm Letizia Cocucci, l'avvocato Giovanna Agnelli, difensore dell'ex ferroviere (che non era presente in aula) ha lasciato la parola al suo consulente, il genetista forense Giorgio Portera. L'ex carabiniere del Ris, sulla base dei risultati delle analisi e degli accertamenti effettuati fino ad oggi, ha azzardato che ad uccidere Gianna Del Gaudio potrebbe essere stata la stessa mano che, quattro mesi più tardi, ha accoltellato la manager Daniela Roveri.

"Tra il Dna isolato su un guanto rinvenuto vicino al cutter utilizzato per uccidere l'insegnante e il Dna isolato sul viso della manager Roveri - ha spiegato Portera - esiste una forte compatibilità".

'Marcatori sovrapponibili tra loro'

Nel dicembre 2019 il Gip, su richiesta del pm Fabrizio Gaverini (che aveva ereditato il fascicolo dal collega Davide Palmieri), ha archiviato il "delitto di Colognola".

Come riportano le pagine di Cronaca Nera dell'epoca, però, nonostante non fossero emersi elementi utili al proseguo delle indagini, era stata ventilata la possibilità che i due delitti potessero essere collegati da un "filo rosso". Ora, dopo le dichiarazioni rilasciate dal genetista milanese durante il processo a Tizzani, la suggestiva ipotesi sembrerebbe poggiarsi su una base concreta.

Portera, nella sua arringa, in aula ha sottolineato: "I 23 marcatori dei Dna ricavati nell’omicidio di Gianna Del Gaudio e in quello di Daniela Roveri sarebbero sovrapponibili". Il consulente, infatti, ha sottolineato che l’aplotipo del cromosoma Y (una combinazione di varianti alleliche che indica la linea maschile) nonostante risulti ancora ignoto sarebbe caratterizzato, in base ad una scala tecnica, da un grado di forte compatibilità. "Non parlo di serial killer" ha, però, precisato il genetista.

Giorgio Portera ha riconosciuto che sul taglierino rinvenuto in una siepe di via Presanella a Seriate (a circa 500 metri di distanza dalla villetta dei Tizzani) è stato rilevato il Dna dell'imputato.

Tuttavia, il consulente della difesa non ha escluso che l'attribuzione possa essere stata determinata da una contaminazione avvenuta nei laboratori di Parma. Ulteriori accertamenti eseguiti sul medesimo campione, infatti, non hanno confermato l’esito. Come spiegato dal quotidiano Il Giorno Portera, nella sua ricostruzione, non ha escluso che ad uccidere la professoressa di Seriate sia stato un estraneo che poi è fuggito nella notte.