Un campione di body building, Alberto Clementi, è stato ritrovato privo di vita nell'abitazione della fidanzata a Caorle, vicino Venezia. Venerdì 11 dicembre l'atleta, 49 anni, si è sentito male nel cuore della notte ed è corso in bagno. La compagna non lo ha più rivisto tornare a letto: così è andata da lui per vedere cosa fosse successo. Allarmata perché Alberto si era chiuso a chiave e non le rispondeva, ha immediatamente chiamato i soccorsi. In casa sono arrivati gli uomini del 118 e i vigili del fuoco della caserma di San Donà di Piave, che hanno abbattuto la porta: Clementi era steso per terra, ormai esanime.

Per lui non c'era più nulla da fare: sul posto sono giunti anche i carabinieri della Compagnia di Portogruaro che, per fare chiarezza su quanto accaduto, hanno sequestrato diverse fialette di medicinali e delle confezioni di integratori presenti nell'abitazione, che saranno esaminate in laboratorio.

Le indagini sulla morte del campione di body building

Tuttavia al momento per gli inquirenti non ci sarebbe alcun legame certo tra le sostanze sequestrate e la morte di Clementi. Inoltre sul corpo del culturista non sarebbero stati trovati segni di violenza. L'ipotesi più credibile resta quindi quella di un improvviso malore, un attacco cardiaco, che sarebbe stato fatale al campione di body building.

Il pm della Procura della Repubblica di Pordenone Marco Faion, che segue il caso, ha già disposto che sia eseguita l'autopsia sulla salma del 49enne per chiarire le ragioni del decesso: ad occuparsene sarà il medico legale Antonello Cirnelli.

Alberto Clementi era molto conosciuto nel mondo del body building

Clementi risiedeva con la madre a Caorle, dove gestiva una sua palestra.

Il body-builder era noto nell'ambiente per aver partecipato a numerose competizioni anche a livello internazionale. Nel corso degli anni aveva spesso lavorato in diversi locali e discoteche come buttafuori oppure come responsabile del servizio d'ordine. La notizia della sua scomparsa ha presto fatto il giro della cittadina veneta: numerose persone hanno lasciato messaggi di cordoglio sui social.

In particolare molti colleghi hanno voluto testimoniare come Alberto fosse uno dei più grandi campioni di body building in Italia.

Una lunga serie di appassionati di body building deceduti prematuramente

Il nome di Clementi va ad aggiungersi ad una lista piuttosto lunga di appassionati di culturismo deceduti negli ultimi mesi. Un elenco che ha spinto molti a supporre una possibile correlazione tra l'attività di body-builder delle vittime e l'uso di medicinali proibiti, come gli anabolizzanti. Il Corriere della Sera cita ad esempio il caso di Daniele Pozzi, 23enne di Varese, trovato ormai privo vita in una stanza d'albergo a Padova nel 2019: addetto alla sicurezza in diversi locali tra Lombardia e Svizzera, aveva appena conquistato quattro medaglie in una gara nazionale di culturismo.

Un altro esempio è quello del livornese Giancarlo Pesci, elettricista e deejay di 44 anni con la passione per il body building: quando i carabinieri lo hanno rinvenuto a casa sua, il 21 agosto 2019, non c'era più nulla da fare. Quella volta la compagna dell'uomo aveva chiesto aiuto perché non le rispondeva più al telefono.

Questa lunga serie di tragedie su cui aleggia l'ombra del doping ha coinvolto anche donne, come la salernitana Anna Milite, 46 anni, che lavorava come barista a Nocera Inferiore: quando nel marzo del 2019 è stata ricoverata in ospedale per il tumore che l'avrebbe uccisa, i medici hanno scoperto dalle analisi che aveva assunto una quantità notevole di steroidi.