Due settimane fa, Clara Ceccarelli si era pagata il funerale e aveva scelto un tutor a cui affidare il figlio disabile. La 69enne uccisa dall'ex a Genova, venerdì 19 febbraio, nel suo negozio di scarpe, sentiva che sarebbe andata a finire male. Il dettaglio agghiacciante, raccontato dal commesso che lavorava con lei, rende l'idea del calvario vissuto della donna. Per tutti, amici e conoscenti, è stato un femminicidio annunciato. Il suo ex, il 59enne Renato Scapusi, la perseguitava: non ammetteva di essere stato lasciato. Scapusi deve rispondere di omicidio volontario aggravato.

Clara Ceccarelli, sogni premonitori prima d'essere uccisa

Più che il timore, sembrerebbe che Clara Ceccarelli avesse la certezza di essere uccisa dall'ex, specie dopo aver fatto strani sogni premonitori. Induce a crederlo la testimonianza di Herbert Lima, il ragazzo di origine brasiliana che Clara aveva assunto per avere un aiuto nel suo negozio, la Pantofoleria Jolly Calzature di via Colombo, al centro di Genova. "Aveva capito cosa sarebbe successo", ha riferito Lima a cui la donna faceva le sue confidenze. "Sapevo tutto e lei mi diceva sempre di non farcela più", ha ricordato il ragazzo.

La 69enne gli aveva rivelato di essersi andata a pagare il funerale per non gravare economicamente sull'anziano padre e sul 30enne figlio disabile.

Lei si prendeva cura di entrambi nella casa in cui vivevano tutti e tre insieme, e ha pensato a loro anche quando temeva che la sua vita fosse agli sgoccioli.

Lima ha raccontato che Scapusi perseguitava Clara. In passato, l'ex aveva lavorato nella Pantofoleria, ma con la fine della relazione era stato estromesso anche dal negozio.

A marzo, lei aveva detto basta e l'aveva lasciato, stanca dei continui prelievi illeciti di soldi, dalla cassa per comprare Gratta e Vinci. L'uomo, ludopatico, aveva perso il lavoro, accumulato debiti e costretto anche Clara a indebitarsi. "Prima le rubava in casa. Gliene aveva fatte tante e lei non poteva più sopportare", ha raccontato una cugina.

Clara Ceccarelli, aggredita quando era sola in negozio

Ieri pomeriggio, Lima, come tanti, amici, commercianti di zona e cittadini, ha deposto un mazzo di fiori davanti alla saracinesca del negozio. Il ragazzo ha ricordato gli ultimi momenti trascorsi insieme alla sua principale. Venerdì pomeriggio, lei e Clara si sono dati il cambio alle 16. Lima avrebbe dovuto fare la chiusura, ma siccome Clara era stata impegnata in mattinata, hanno cambiato programma.

Scapusio ha aspettato che Clara fosse sola: "Quando c'ero io, non entrava ma ieri purtroppo l'ha trovata da sola e ne ha approfittato", ha testimoniato Lima. "Non abbiamo sfortunatamente sentito nulla, altrimenti saremmo intervenuti. Ma Renato ha aspettato che venisse sera e che se ne andasse il ragazzo dal negozio", ha confermato una delle commercianti che ha il negozio vicino.

Scapusio, infatti, si è presentato alla Pantofoleria dopo le 19 e ha inferto all'ex 30 coltellate colpendola al collo e all'addome, per poi fuggire con abiti e mani insanguinati. Qualcuno ha provato a fermarlo. Sono riusciti a farlo, qualche ora dopo, gli agenti della Squadra Mobile che lo hanno trovato in una via non distante, intenzionato a suicidarsi. Era il quarto tentativo di suicidio dell'uomo. Dopo il terzo, era stato ricoverato una settimana nel reparto psichiatrico dell'ospedale Galliera. "Di lui avevamo tutti paura, aveva fatto a Clara tantissimi torti", ha riferito una commerciante.

Clara Ceccarelli, perizia psichiatrica per l'omicida

Lunedì sarà eseguita dal medico legale, Lucrezia Mazzarella, l'autopsia sul corpo di Clara Ceccarelli.

Scapusi, difeso d'ufficio dall'avvocato Stefano Bertone, è stato trasferito presso il carcere di Marassi in attesa dell'interrogatorio per la convalida del fermo che si svolgerà anch'esso domani. La confessione fatta dal 59enne venerdì sera, di aver ucciso la 69enne, infatti, non ha valore da un punto di vista processuale finché non sarà confermata davanti al gip. L'indagato verrà sottoposto a perizia psichiatrica: l'incarico verrà affidato al medico Gabriele Rocca.

Potrebbe essergli contestata la premeditazione del delitto, visto che è arrivato nel negozio armato di un coltello, probabilmente da cucina, di cui si è poi sbarazzato e che non è stato ancora trovato. Non ha saputo o voluto dire dove l'ha gettato.

Da quando la 69enne l'aveva lasciato, era cominciata la persecuzione quotidiana: telefonate continue, ogni giorni passaggi davanti al negozio con azioni varie, dai dispetti ai danneggiamenti delle vetrine. Solo una volta, lei aveva sporto denuncia ma contro ignoti, riferendo di avere sospetti sull'ex dopo aver ricevuto anche lettere minatorie. La denuncia poi era stata archiviata.