Sarebbe giunto a conclusione il caso dei badanti scomparsi nel nulla a Siracusa nel 2014: il loro datore di lavoro, unico indagato nella vicenda, li avrebbe uccisi, nascondendone i corpi in un pozzo nella sua proprietà. Giampiero Riccioli, ristoratore di 52 anni, è in stato di fermo con l'accusa di duplice omicidio e occultamento di cadavere. L'uomo è stato rintracciato dopo un presunto tentativo di fuga poco dopo la mezzanotte.
Alessandro Sabatino e Luigi Cerreto, provenienti da Caserta, si erano trasferiti in Sicilia per lavorare in casa Riccioli dove accudivano l'anziano padre.
La svolta è arrivata ieri dopo il ritrovamento nel giardino di ossa umane. Del caso si è occupato in questi anni il programma Chi l'ha visto?.
Giampiero Riccioli, il fermo
Apparentemente tranquillo mentre erano in corso gli scavi nella sua villetta a contrada Tivoli, alla periferia di Siracusa, avrebbe cercato di dileguarsi e rendersi irrintracciabile quando la situazione si è complicata. Era a 50 chilometri da Siracusa in una casetta sulla spiaggia di Granelli a Pachino, Giampiero Riccioli, fermato dagli agenti della Squadra Mobile dopo il ritrovamento all'interno della sua proprietà di resti umani e un sacco di indumenti. Due giorni fa, infatti, nella proprietà di Riccioli sono arrivati agenti della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica con unità cinofila e mezzi escavatori.
La ricerca si è prima concentrata in un terreno vicino, per poi focalizzarsi nella villetta dove gli investigatori hanno montato una tenda e lavorato con il supporto di strumentazione georadar.
I resti trovati potrebbero essere dei corpi di Alessandro Sabatino e Luigi Cerreto, rispettivamente di 40 e 23 anni, scomparsi nel nulla il 12 maggio del 2014, e visti l'ultima volta proprio nella villetta dove accudivano il padre di Giampiero Riccioli.
Da quel luogo, i due casertani non sarebbero mai più usciti vivi. A un primo esame, per il medico legale, le ossa trovate potrebbero essere compatibili con quelle di due giovani uomini. Sembrerebbe che i resti di indumenti e una scarpa avrebbero consentito una prima identificazione dei resti. Per avere risposte certe, bisognerà aspettare l'esito dell'esame del Dna: stabilirà se, come ipotizzano gli inquirenti, si tratti dei resti dei due badanti, o di uno di loro.
Certo è che, se quei resti non fossero dei due campani, bisognerebbe ipotizzare che il macabro rtitrovamento faccia riferimento ad altri scomparsi. Tutto il materiale rinvenuto è stato inviato nei laboratori della Scientifica dove, oltre all'esame genetico, verranno effettuati tac e analisi al microscopio per cercare di avere altre informazioni. Il sopralluogo è proseguito anche oggi. Riccioli è stato portato nel carcere di Cavadonna in attesa di essere interrogato dal gip.
Badanti scomparsi, indagini ripartite per due volte
Sono trascorsi quasi sette anni dalla scomparsa dei badanti, il tempo di una vita. Anni costellati di complicazioni: per ben due volte, le indagini sono state sul punto di essere archiviate, come da richiesta della Procura.
Per due volte, quindi, sono ripartite da zero dopo che il gup le ha disposte accogliendo l'opposizione legale da parte dei familiari degli scomparsi.
Lo scorso ottobre, proprio dopo la seconda opposizione alla richiesta di archiviazione, l'inchiesta è stata avocata dalla Procura Generale di Catania. In passato, la Procura di Siracusa aveva ricostruito gli ultimi movimenti nel giorno della scomparsa dei due badanti ipotizzando che fossero stati uccisi in casa di Riccioli e i loro corpi gettati in un pozzo. Le ricerche fatte, però, non avevano portato a nulla. Sembrerebbe che ieri gli investigatori siano andati a colpo sicuro: il sospetto è che i resti umani, forse prima nascosti altrove, solo di recente siano stati collocati dove sono stati trovati.
Badanti scomparsi, un possibile movente
Giampiero Riccioli avrebbe maltrattato l'anziano padre e i due badanti avrebbero avuto intenzione di andarlo a denunciare. Potrebbe essere questo il movente del duplice delitto. Versione sostenuta ieri sera, 17 febbraio, da Federica Sciarelli nel corso della puntata di Chi l'ha visto?. In studio erano presenti Giuseppe, il papà di Luigi, e Nicola il fratello di Alessandro. "Non ci siamo mai arresi, ora vogliamo giustizia": hanno detto i familiari.
Riccioli, intervistato dalla giornalista Claudia Aldi, aveva detto che i due all'epoca avrebbero preso un taxi per raggiungere la stazione di Siracusa e andare via. Ma i tassisti di Siracusa avevano riferito che nessuno era mai arrivato a contrada Tivoli per prendere una corsa. Riccioli non aveva permesso di essere ripreso in volto durante l'intervista: "Lavoro con le questure e i carabinieri, per questo la mia faccia non la mostro mai”, aveva sostenuto.