Ospite di Federica Sciarelli, nella puntata di Chi l'ha visto del 14 aprile, Piera Maggio, madre di Denise Pipitone ha rilasciato una serie di dichiarazioni, a una settimana dal caso di Olesya Rostova, la ragazza che in Russia aveva dichiarato di essere stata rapita e in molti avevano pensato potesse essere Denise. Le dichiarazioni di Piera Maggio hanno riguardato il "teatrino" della tv russa e le indagini poco chiare svolte nel 2004 che hanno assolto Jessica Pulizzi.

Piera Maggio su Olesya: 'Questa verifica andava fatta, ma non ho accettato il metodo della tv russa'

Piera Maggio ha detto che la verifica della compatibilità tra Olesya Rostova e Denise doveva essere fatta, perché tutte le segnalazioni vanno verificate, ma non ha accettato il metodo utilizzato dalla trasmissione russa che, pur avendo già a disposizione il Dna della ragazza russa, pretendeva la presenza di Piera Maggio nel programma: "Non mi sarei mai prestata a fare quel teatrino", ha dichiarato la madre di Denise Pipitone. Non potendo aspettare la risposta sulla verità, evitando lunghi mesi in attesa dell'intervento della procura, l'unico metodo era quello di chiedere il gruppo sanguigno di Olesya alla trasmissione Lasciali Parlare, prima di passare all'eventuale step successivo dell'esame del Dna.

Questo è quanto ha fatto sapere l'avvocato di Piera Maggio, Giacomo Frazzitta, venendo a conoscenza dell'incompatibilità tra il gruppo sanguigno di Olesya Rostova e quello di Denise. Piera ha aggiunto: "A me interessava solo sapere se la ragazza russa fosse mia figlia, se poi questa ragazza ha voluto sfruttare la situazione a noi non interessa".

Le indagini poco chiare: alcuni 'incompetenti e altri che invece di aiutare non favorivano le indagini, chi sa parli'

Dichiarando di non aver mai perso la speranza di riabbracciare Denise, ha invitato chiunque a mobilitarsi a favore di Denise, attraverso l'uso dei social network, non esistenti ai tempi della scomparsa, ma che oggi possono fare la differenza nella ricerca.

Piera si è dichiarata anche rincuorata dall'emersione delle anomalie e incongruenze nelle prime indagini poco chiare, che lei ha sempre gridato negli anni: ci sono state persone "incompetenti e altri che invece di aiutare non favorivano le indagini". Secondo alcune indiscrezioni, infatti, le persone allora intercettate sapevano di essere ascoltate dagli inquirenti: l'ipotesi (mai confermata) è che qualcuno coinvolto nelle indagini avesse riferito ai sospettati dell'investigazione. A ciò è seguito l'invito del suo avvocato, Giacomo Frazzitta, rivolto alle forze dell'ordine di allora, affinché parlino, raccontando come sono andati i fatti "com'è accaduto col caso Cucchi quando gli agenti si sono dissociati, visto che ci sono stati pm che sono stati traditi nell'esercizio delle loro funzioni".

Lo stalking di Jessica Pulizzi

La principale sospettata di sequestro in concorso fu Jessica Pulizzi, figlia di Pietro Pulizzi, dunque sorellastra di Denise, poi assolta in tutti e tre i gradi di giudizio per insufficienza di prove. Nonostante ciò, Piera Maggio continua a essere convinta del suo coinvolgimento: Maggio ha ribadito che Jessica, prima della sparizione, passava tutti i giorni nella strada in cui abitava Piera (dove sarebbe sparita Denise) e le aveva anche squartato tutte e quattro le ruote della macchina; inoltre Anna Corona avrebbe detto al padre e ai parenti di Piera che gliel'avrebbe fatta pagare; ci fu anche un incendio nell'erboristeria della sorella della madre di Denise.

Un vero e proprio stalking, denunciato da Piera Maggio ai tempi, quando ancora non costituiva reato.

Sempre secondo Piera Maggio, Jessica non avrebbe agito da sola ma con l'aiuto di sua madre, Anna Corona, ex moglie di Pietro Pulizzi; il giorno della sparizione Piera riferì subito ai marescialli di andare a casa di Anna Corona, nella convinzione immediata che lei e la figlia potessero essere coinvolte ma fu compiuto un irreparabile errore: a essere controllata non fu la casa di Anna Corona, ma l'appartamento sbagliato.

Gli eventuali errori processuali sono stati cruciali nel mancato ritrovamento di Denise. Si spera che il ritorno sul caso, unito ai mezzi tecnologici oggi a disposizione, possano far finalmente luce sulla scomparsa.