Depositata nella mattinata di venerdì 9 luglio la perizia psichiatrica su Benno Neumair, che il gip di Bolzano Carla Scheidle aveva richiesto tre mesi fa. Secondo gli esperti, il giovane sarebbe stato in stato di seminfermità mentale lo scorso gennaio, solo nel momento dell’assassinio del padre Peter, ma non invece quando – diversi minuti dopo – avrebbe aggredito anche la madre, Laura Perselli, uccidendola in una specie di delitto d’impeto.

Le conclusioni degli esperti saranno discusse nell’udienza prevista per il prossimo 20 luglio: infatti i consulenti della Procura e della parte civile contestano questi risultati, sostenendo che il trentenne sia imputabile senza attenuanti per entrambi gli omicidi, mentre la difesa di Benno potrebbe sfruttare i risultati della perizia per evitare che il ragazzo sia condannato all’ergastolo.

I periti hanno indagato sullo stato di salute mentale di Benno al momento del duplice delitto

Gli esperti che hanno studiato per tre mesi il caso sono lo psicologo di Trento Edoardo Mancioppi, il suo collega padovano Marco Samory e la criminologa dell’università di Milano Isabella Merzagora. Tre sono state, in particolare, le questioni che i periti hanno dovuto appurare, partendo dalla effettiva capacità di intendere e volere dell’assassino in tutte le singole fasi dei reati contestati a Benno: quando strangolò il padre, durante l’aggressione della madre e quando fece scomparire i corpi dei genitori, buttandoli nel fiume Adige dal ponte Ischia Frizzi.

I resti di Laura sono riemersi lo scorso 6 febbraio a sud di Egna, mentre le acque hanno restituito le spoglie di Peter Neumair solamente il 27 aprile, all’altezza di Ravina.

Il secondo e il terzo quesito del gip riguardano lo stato attuale di salute di Benno, in particolare la sua pericolosità sociale e la possibilità di prendere parte “coscientemente” al processo sul duplice delitto. Inoltre il giudice ha chiesto di accertare quanto l’uso di anabolizzanti da parte del giovane possa aver condizionato il suo stato mentale.

Le polemiche sulle conclusioni dei periti che hanno verificato lo stato di salute mentale di Benno

I periti nominati dal gip sono stati affiancati dai consulenti di parte: tre per la Procura di Bolzano, tre per la difesa a altri due designati dalla parte civile. Alcuni degli esperti avrebbero posizioni contrastanti con quelle emerse dalle conclusioni depositate venerdì: motivo di scontro sarebbe la capacità di Benno al momento di compiere entrambi i delitti, che per questi ultimi sarebbe stata piena, pur riconoscendo al giovane un grave disturbo narcisistico della personalità.

Inoltre, dai risultati della perizia, rischia di essere messa in dubbio la premeditazione dei reati, contestata dai pm, visti i tanti tentativi di depistaggio messi in atto da Benno nelle ore successive all’omicidio dei genitori. La difesa infatti potrebbe richiedere il rito abbreviato se l’imputato fosse riconosciuto seminfermo di mente, evitando quindi una condanna all’ergastolo.

I dubbi sull’attendibilità del racconto di Benno

Nelle prossime settimane ci si soffermerà anche sull’attendibilità della confessione di Benno, in particolare riguardo all’evento che avrebbe scatenato la furia omicida del giovane, il pomeriggio del 4 gennaio. Secondo il trentenne ci sarebbe stata una violenta lite con il padre, dovuta a motivi economici.

Per l’avvocato Carlo Bertacchi – legale di Madè, sorella dell’indagato e figlia delle due vittime – i periti del gip avrebbero sostenuto che l’elemento attivatore della violenza sarebbe stato, secondo il racconto di Benno, l’essere stato svegliato all’improvviso dal padre, che lo avrebbe incalzato, chiedendogli dei soldi. Ma l’avvocato ha ricordato come nella stessa perizia il giovane sia descritto come una persona abituata a mentire, essendo le continue bugie parti integranti del suo comportamento narcisistico. Per la difesa, invece, non ci sarebbero motivi per non credere alle parole di Benno, che si sarebbe sottoposto a tutti i test psicologici dei periti, senza alcuna volontà di alterarne i responsi.