È stata depositata al Tribunale di Bolzano la perizia psichiatrica su Benno Neumair per accertare la sua capacità di intendere e volere quando, lo scorso 4 gennaio, uccise entrambi i genitori, prima il padre Peter, poi la madre Laura.

Gli specialisti nominati dalla gip Carla Scheidle, avrebbero rilevato una condizione psichica differente nel corso dei due omicidi. Sarebbe stato seminfermo di mente solo durante l'omicidio del padre, per poi tornare lucido quando uccise la madre. Secondo i periti, soffrirebbe di un disturbo narcisistico di personalità borderline che modifica il comportamento.

Della perizia si discuterà all'udienza fissata per il 20 luglio.

Benno, prime indiscrezioni sulla perizia

Tre mesi fa, la gip Carla Scheidle ha dato incarico a un team composto da tre periti di redigere la perizia psichiatrica su Benno Neumair, consegnata venerdì 9 luglio. Secondo le prime indiscrezioni, i tre specialisti, la criminologa dell'Università di Milano, Isabella Merzagora, lo psichiatra trentino Edoardo Mancioppi e lo psicologo padovano Marco Samory, sarebbero arrivati alla conclusione che l'assetto mentale di Benno sarebbe stato differente nel corso dei due delitti.

Come ormai tristemente noto, il 31enne strangolò nella casa familiare di via Castel Roncolo, a Bolzano, suo padre dopo una lite, quindi strangolò anche la madre quando più tardi rincasò.

La sera di quello stesso giorno, gettò i corpi nel fiume Adige, dal ponte Ischia Frizzi. Furono ritrovati, dopo accanite ricerche, il 6 febbraio quello della mamma, e solo il 27 aprile quello del papà. Per gli specialisti, Benno uccise il padre in preda all'ira in una condizione di scemata capacità di volere. Il disturbo narcisistico di personalità e quello sociopatico lo avrebbero portato a reagire in modo aggressivo di fronte alle frustrazioni culminate nell'ennesimo e ultimo litigio con il padre.

A far scaturire la violenza sarebbe stato, secondo il racconto dello stesso Benno, il fatto che il padre l'avrebbe svegliato bruscamente per chiedergli, come già altre volte, di contribuire economicamente alle spese di casa, dal momento che era tornato a vivere con i genitori, e quindi un'assunzione di responsabilità. La richiesta del padre avrebbe agito come elemento 'attivatore' del disturbo.

Quello della madre, Laura Perselli, invece, sarebbe una sorta di delitto d'impeto.

La gip ha chiesto agli esperti di dare risposta a tre domande. La prima, riguarda la capacità d'intendere e volere dell'indagato nelle varie fasi dei reati contestatigli, compreso l'occultamento dei corpi dei genitori. La seconda concerne la pericolosità sociale del 31enne. La terza, la capacità di partecipare al procedimento penale a suo carico. Infine, ai consulenti è stato chiesto di chiarire il ruolo svolto dall'assunzione di anabolizzanti. Come riferito dalla sorella Madè, ma anche dal reo confesso, in passato, da fanatico cultore del proprio fisico, ne aveva fatto grande uso: si tratta di accertare se il loro utilizzo abbia influito sullo stato mentale.

Consulenti della Procura e delle parti civili

Per i consulenti della Procura e delle parti civili, seminfermità non significa non imputabilità e tanto meno incapacità di sostenere il processo. E comunque, per questi periti, Benno sarebbe stato in grado di intendere e volere in tutti e due gli omicidi confessati. La Procura, poi, gli ha contestato la premeditazione del duplice omicidio, basandosi sui molteplici depistaggi messi in atto da subito, come rilevato dalle indagini.

Per Carlo Bertacchi, avvocato di Madè, la ricostruzione dei fatti fornita da Benno durante la confessione non sarebbe attendibile. E la perizia, se da una parte riconoscerebbe la seminfermità mentale, dall'altro lo avrebbe definito un mentitore seriale, essendo la bugia la caratteristica rilevante del suo tratto narcisistico di personalità.

La difesa punta a evitare l'ergastolo

Si preannuncia uno scontro in aula tra i consulenti delle parti, i tre nominati dalla Procura, Ilaria Rossetto, Renato Ariatti e Stefano Zago, quelli della difesa, Paolo Giuseppe Sartori, Pietro Pietrini e Cristina Scarpazza, e i due di parte civile, Claudio Rago e Anna Palleschi.

Se la gip accogliesse le conclusioni dei suoi periti, potrebbe permettere alla difesa di chiedere il rito abbreviato, ammesso nei confronti di un imputato riconosciuto seminfermo di mente. Una carta importante da giocare per evitare all'assistito la massima pena, visto che i due reati sono stati unificati. Si attendono ora le conclusioni dei consulenti della Procura e della difesa. Dal carcere di Bolzano dove si trova ormai dai sei mesi, Benno si dichiara pentito e disperato: il giorno in cui uccise i genitori avrebbe avuto un black-out mentale.