Continuano le testimonianze sul caso Denise Pipitone. Una nuova testimone ha dichiarato di aver ricevuto da una persona nota agli inquirenti un messaggio in cui confessava di aver ucciso la bambina scomparsa a Mazara del Vallo nel 2004. La Procura sta effettuando tutti gli accertamenti del caso per verificare quanto dichiarato da tale persona nota alle indagini. La testimone chiave è la stessa che è stata aggredita da tre ignoti, secondo quanto riportato da Giacomo Frazzitta, il legale di Piera Maggio.

La nuova testimonianza riguarderebbe un messaggio

L'artefice della nuova testimonianza sarebbe una donna, di una provincia di Trapani, che avrebbe ricevuto il messaggio: "L'ho uccisa". Il mittente di tale messaggio sarebbe una figura nota agli inquirenti, ma non è stata rivelata l'identità. Su tale importante testimonianza chiave, la Procura sta effettuando le dovute verifiche. La donna avrebbe mostrato il messaggio agli inquirenti.

La testimone chiave risulterebbe aggredita da tre ignoti

La nuova testimone è la stessa che è stata aggredita da tre persone ignote. Infatti, dopo essere stata ascoltata dalla Procura, sarebbe stata picchiata sotto casa da ignoti e con mandanti sconosciuti. A dichiararlo è stato Giacomo Frazzitta, l'avvocato di Piera Maggio, durante lo speciale di Ore 14 condotto da Milo Infante.

Ammettendo la possibilità che l'aggressione sia dovuta a motivi diversi dalla testimonianza sul caso Pipitone, è necessario che siano fatte delle verifiche e maggiori controlli. Sicuramente si esclude possa trattarsi di una rapina, perché la teste avrebbe riferito a Frazzitta che non le sarebbe stato rubato nulla.

Un'altra testimonianza riguarderebbe l'avvistamento di una bambina nell'hotel dove lavorava Anna Corona

Una seconda nuova testimonianza proviene da una persona che l'1 settembre 2004, il giorno della scomparsa di Denise Pipitone, alloggiava nell'hotel Ruggero II per una vacanza in famiglia. Si tratta dell'hotel dove lavorava Anna Corona, l'ex moglie del padre naturale di Denise, Piero Pulizzi.

Secondo quanto riportato da tale testimonianza, una bambina sarebbe stata accanto ad una persona nota alle indagini che la teste avrebbe riconosciuto come una delle persone attualmente indagate. La teste ha dichiarato di non poter dimenticare gli occhi di quella bambina. L'avvistamento sarebbe avvenuto non in lavanderia, ma in un punto più accessibile dell'albergo. La testimone, recatasi alla reception per chiedere degli asciugamani, avrebbe udito qualcuno che diceva: "Proprio qua dovevi portarla?". A detta della teste, palese era il nervosismo degli interlocutori e proprio in quel frangente aveva notato, da dietro la porta, la presenza di una bambina. La procura di Marsala non crederebbe a tale testimonianza, tanto che i pm ipotizzano che si tratti di reato di false dichiarazioni.