Ci vorrà tempo per accertare come sia morto Francesco Pantaleo, il 23enne di Marsala trovato carbonizzato dieci giorni fa nelle campagne di San Giuliano Terme, a Pisa. Si è suicidato o è stato ucciso? I primi esiti dell'autopsia hanno dato risposte solo parziali a causa delle pessime condizioni dei tessuti. Dopo il ritrovamento del corpo, Pantaleo era stato identificato grazie alla prova del Dna.

Pantaleo, l'autopsia

Il corpo di Pantaleo, iscritto al corso di laurea in Ingegneria informatica a Pisa, era stato trovato domenica 25 luglio in un campo a cinque chilometri dall'abitazione dove lo studente fuori sede viveva con due coinquilini, anche loro universitari.

A scoprirlo, una 17enne che portava a spasso il cane. Pantaleo era improvvisamente scomparso sabato 24 luglio. I genitori che vivono a Marsala avevano pensato a un allontanamento volontario per non aver terminato gli esami. Avevano denunciato la scomparsa del figlio e lanciato appelli in tv il giorno prima del tragico ritrovamento.

L'esame autoptico, iniziato martedì 3 agosto presso l'Istituto di Medicina Legale dell'Ospedale Santa Chiara di Pisa, ha finora confermato i risultati della Tac precedentemente fatta: il corpo gravemente deteriorato dalle fiamme, non presenta segni di ferite precedenti al rogo, né ha trattenuto proiettili. Una lacerazione alla gola sarebbe stata causata dall'incendio e non da un'altra persona.

L'orario della morte è stato fissato tra il sabato sera, 24 luglio, e la domenica mattina. Non definita la causa del decesso. Sono stati prelevati tessuti per gli esami di laboratorio: analisi chimiche e tossicologiche, oltre a indagini istologiche, che richiedereanno almeno altri 30 giorni per arrivare a delle risposte.

La Procura di Pisa che indaga per istigazione al suicidio, ha nominato un pool di sei esperti per cercare di fare chiarezza su più punti oscuri del caso.

L'esame tossicologico permetterà di capire se il ragazzo abbia inspirato fumo, quindi se sia morto prima o dopo l'incendio. Oltre al tossicologo, un perito chimico cercherà di capire cosa contenevano i resti di terriccio, se tracce d’innesco e combustibile. Sarà importante anche verificare la presenza di eventuali sostanze stupefacenti nel corpo del ragazzo che possano avere un nesso con l’accaduto.

Due informatici specializzati cercheranno di trovare le tracce che Pantaleo potrebbe avere disseminato sul web, e di recuperare le chiamate sullo smartphone e tutti i file cancellati dal pc.

Domande ancora senza risposte

Tante le domande del caso ancora prive di risposta. Al momento del ritrovamento del corpo mancavano le scarpe, le chiavi di casa e lo zaino che Pantaleo aveva con sé. Le chiavi non sono state trovate. Forse zaino e scarpe sono andati distrutti nell'incendio? Sul luogo dove è stato trovato, era da solo o c'era qualcuno? Non ci sono tracce di un contenitore di combustibile né di accendini: una eventuale tanica è bruciato nella combustione? E quale combustibile avrebbe usato?

I carabinieri hanno trovato due punti di innesco delle fiamme.

Qualcuno ha provato a dargli fuoco? Cosa è accaduto nelle ultime ore di vita del ragazzo? Cosa ha fatto per tutto il pomeriggio di sabato, prima di arrivare in quel luogo? E perché Pantaleo si è diretto dal centro di Pisa in quel punto fuori mano in cui è difficile arrivare, a meno che non lo si conosca? I carabinieri stanno visionando i filmati di 24 telecamere che sono sul percorso dalla casa al luogo periferico.

Chat collegate a videogiochi di combattimento

Il mistero della morte di Pantaleo potrebbe avere a che vedere con le chat che frequentava assiduamente, collegate a giochi di combattimento on line, e forse con persone che conosceva solo virtualmente. La vita telematica che sarebbe diventata prevalente e che lo studente prima di sparire ha cercato di cancellare, potrebbe raccontare molte cose.

Il lockdown avrebbe fatto da sparticaque tra un prima, la vita da studente modello, e un poi contraddistinto da una serie di inciampi e incrinature interiori che lo avevano costretto a dire bugie: ai genitori aveva rivelato che era prossimo alla laurea, ma il libretto universitario ha svelato un'altra realtà. Molti colleghi di studio, con il lockdown, erano tornati a casa. Pantaleo era rimasto a Pisa, ma trascorreva le sue giornate chiuso nella sua stanza. Ai due coinquilini che non si sono accorti che fosse andato via, era sembrato un ragazzo riservato, ma sempre gentile e mai scontroso. A casa aveva lasciato soldi, documenti, telefonino e, sebbene miope, gli occhiali da vista. L'unica ad avvertire qualcosa era stata la mamma di Pantaleo il giorno prima della scomparsa: al telefono l'aveva sentito nervoso. A seguire, un mistero indecifrabile.