Un uomo residente a Piacenza insieme alla famiglia è stato arrestato dai carabinieri per aver fatto sottoporre due figlie piccole alla pratica dell'infibulazione in occasione di un viaggio nel proprio paese d'origine in Africa.

Il fatto era stato segnalato da parte della moglie dell'uomo e poi dalla Ausl locale piacentina (che ha visitato le bambine). L'arresto è avvenuto alcune settimane fa, ma le cronache locali piacentine lo hanno riportato solo nelle ultime ore. Il viaggio di vacanza in cui si era verificato il fatto, invece, risale all'inizio dell'estate.

La madre denuncia l’accaduto, nel piacentino i casi di infibulazione sembrano essere molteplici

La madre delle bambine - a quanto pare - non era a conoscenza dell’intenzione del marito, ma una volta messa a confronto con la situazione non avrebbe esitato a denunciare l’accaduto.

Le due bambine non sarebbero le uniche vittime di questi rituali nella zona del piacentino: a detta dei consultori dell’Ausl locale, da inizio 2021 sarebbero state visitate una decina di donne vittime di infibulazione, provenienti principalmente dall’Africa e dal sud-est asiatico.

Il fenomeno dell'infibulazione nel mondo e in Italia

L'infibulazione è una mutilazione o modificazione degli organi genitali femminili, una pratica che servirebbe per conservare la “verginità” della sposa al futuro marito, rendendola però incapace di provare piacere durante i rapporti.

in Italia tale pratica è punita dal codice penale con una condanna che va dai 4 ai 12 anni di carcere. La legge prevede anche misure di prevenzione da attuare e fondi da investire nella formazione sulla cultura dei diritti umani e dell’integrità della persona.

L’Oms stima che nel mondo sarebbero più di 200 milioni le donne che subiscono mutilazioni dei genitali, nelle zone dove si concentra questo rituale la maggior parte avrebbe meno di 15 anni. Tale pratica è stata condannata dall'Onu, dall'Unione Europea e dall'Unione Africana: tra i paesi africani solo cinque non l'avrebbero ancora considerata reato: Ciad, Liberia, Mali, Sierra Leone e Somalia.

Anche per donne in Italia si verificano talvolta casi di infibulazione: in particolare il rischio di esservi sottoposte capita prevalentemente a ragazze di origini straniere quando tornano nel paese d’origine per una vacanza o per incontrare i parenti. In alcune regioni tra cui Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia e Sardegna è possibile praticare la de-infibulazione, ossia un procedimento chirurgico atto a rimuovere l’infibulazione.