Ha fatto entrare in casa il padre, nonostante la mamma gli avesse raccomandato di non aprire la porta di casa a nessuno. Matias, un bimbo di dieci anni, è stato ucciso a Cura di Vetralla, nel Viterbese, martedì 16 novembre. Secondo quanto ipotizzato dai carabinieri del comando di Viterbo, il piccolo sarebbe stato accoltellato proprio dal papà, il 44enne Mirko Tomkow, che avrebbe sferrato una colpo alla gola, mentre i due si trovavano in camera da letto. Dopo aver ucciso il figlio, il manovale avrebbe tentato di togliersi la vita ingerendo qualche sostanza tossica, forse un potente farmaco, che lo ha fatto svenire.

Attualmente si trova presso l’ospedale Belcolle di Viterbo, dov’è in prognosi riservata, anche se i medici sono certi che se la caverà. L’operaio è in stato di arresto con l’accusa di aver ucciso il bimbo e con l’aggravante della minore età della vittima.

Il corpo privo di vita del bimbo è stato scoperto dalla madre al ritorno dal lavoro

Verso le 15:30 la madre di Matias, Mariola, una domestica albanese di 35 anni, è tornata a casa dal lavoro e ha fatto la tragica scoperta: il bambino giaceva ormai privo di vita in camera da letto, mentre il marito era esanime sul pavimento di un’altra stanza dell’abitazione, una palazzina di due piani nel centro del quartiere. I vicini hanno sentito le grida di terrore della donna e hanno immediatamente chiamato i soccorsi.

La madre del piccolo, sotto shock per l’accaduto e incapace di parlare con gli inquirenti, è stata accompagnata in una struttura sanitaria della zona, dove è ancora in osservazone. Nel frattempo i carabinieri, coordinati dal procuratore Paolo Auriemma, hanno effettuato tutti gli accertamenti per capire cosa sia accaduto nell’intervallo tra l’uscita di scuola del bimbo, che frequentava la quinta elementare in un istituto nei pressi di casa, e la tragica scoperta del delitto da parte della madre, circa due ore dopo.

Il padre di Matias non poteva avvicinarsi al bimbo o alla moglie per una decisione del Gip

Come si è detto, da qualche settimana il padre di Matias non poteva incontrare o avvicinarsi alla moglie e al bambino, secondo quanto previsto da una misura stabilita dal gip di Viterbo. Infatti, in passato, l’operaio 44enne era stato molto violento nei confronti della donna e del figlio, tanto da spingere il giudice di vietargli di avvicinarsi all’abitazione di famiglia.

Il provvedimento era stato adottato anche a causa delle testimonianze degli altri abitanti della palazzina in cui la coppia viveva: i vicini avevano sentito molto spesso negli ultimi mesi marito e moglie litigare violentemente. Date le minacce e le violenze subite, la donna aveva deciso di denunciare il coniuge: in seguito a quanto accaduto, la madre aveva raccomandato al bimbo di non aprire mai la porta al padre quando si fosse trovato da solo in casa.

Il padre del bimbo era ricoverato in ospedale per Covid-19

Inizialmente si era diffusa la voce che il manovale polacco fosse fuggito in mattinata dall’ospedale romano presso il quale era ricoverato per Covid. In realtà, pare che l’uomo sia stato dimesso al termine del periodo di isolamento stabilito dai medici: quindi si esclude l’ipotesi di una vera e propria evasione dall’istituto sanitario.

Di certo, il 44enne è tornato a Cura di Vetralla, dove era rimasto ad abitare anche dopo il divieto di avvicinamento ai familiari. I servizi sociali del Comune erano a conoscenza della difficile situazione con la moglie. “Sembrava una famiglia normale, anche se il padre del bimbo era noto per certi comportamenti esagerati in pubblico, dovuti all’abuso di alcol”, ha spiegato il sindaco di Vetralla Sandrino Aquilani, che ha voluto decretare il lutto cittadino per la scomparsa di Matias e una veglia di preghiera in memoria della piccola vittima.