Lutto nel mondo del Cinema. La regista Lina Wertmuller si è spenta nella sua casa di Roma, luogo in cui era nata 93 anni fa. Eccentrica e poliedrica, era il simbolo della commedia all'italiana. Padre aristocratico di origini svizzere e madre romana, da sempre aveva coltivato la sua passione per il mondo del cinema. Fu la prima regista donna ad essere candidata all'Oscar nel 1977 grazie a 'Pasqualino settebellezze'. Oscar che invece vinse - alla carriera - nel 2020.

Lina Wertmuller: la carriera e la vita

All'età di diciassette anni aveva frequentato l'accademia teatrale di Pietro Sharoff per poi assistere Federico Fellini nel film cult "La dolce Vita".

Sul grande schermo esordisce con Segretaria di edizione di Armando Grottini. Segno distintivo della sua arte erano i titoli volutamente lunghi, insieme ai suoi grandi occhiali bianco latte, che l'hanno resa anche un'icona di stile.

Dal 1965 era legata al pittore, scenografo, artista Enrico Job con cui trascorse 44 anni della sua vita e da cui ebbe una figlia di nome Maria Zulima. A lei è stata dedicata anche una stella sulla famosa Walk of fame di Hollywood.

Le sue doti eccentriche e trasversali le avevano permesso di imporsi anche in radio e in televisione, come autrice re regista nella prima edizione di "Canzonissima" e " Il Giornalino di Gian Burrasca" con Rita Pavone.

Donna tenace, artista senza età e pioniera nella sua professione, una regista d'esempio per tutte le sue colleghe passate e presenti.

Era stata lei stessa in una intervista a raccontare le difficoltà vissute dietro la macchina da presa: " sono andata dritta per la mia strada, scegliendo di fare quello che mi piaceva. Ho sempre avuto un carattere forte, sin da bambina. Sono stata cacciata da undici scuole. Sul set cinematografico mi sono imposta gridando e picchiando".

I messaggi sui social

Alla sua scomparsa ha dedicato un tweet anche il neo sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che la ricorda come "una grande regista che ha realizzato film densi di ironia", dando al contempo la notizia dell'allestimento della Camera ardente in Campidoglio.

Tanti oggi i messaggi sui social per omaggiarla: "Una donna eroica, che ci ha fatto ridere sognare e pensare" ; " dobbiamo dirle grazie per aver scardinato il luogo comune del ruolo di regista come prettamente maschile" scrive infine qualcuno.

Anche il nipote Massimo ha voluto ricordarla con un post su Facebook, in cui compare una foto che ritrae la zia al suo matrimonio: " La voglio ricordare così, sorridente. L'Italia sta perdendo ultimamente riferimenti fondamentali. Portatori di qualità, del meglio, di intelligenza, di arte e di cultura. Oggi piango i ricordi familiari che mi hanno legato a lei da bambino. Piango la sorella di mio padre. Piango mia zia."