Due persone sono state iscritte nel registro degli indagati per la vicenda di Luca Piscopo, studente di 15 anni deceduto lo scorso 2 dicembre a Napoli, in seguito a una serie di disturbi gastrici sempre più gravi, cominciati dopo un pranzo a base di sushi in un ristorante del Vomero. Infatti il 23 novembre il ragazzo si era recato con delle amiche nel locale, specializzato nella formula “all you can eat”, che permette di mangiare piatti a base di riso e pesce crudo senza alcun limite di quantità, pagando solamente 16 euro. Nelle scorse ore i magistrati Federica d’Amodio e Luigi Landolfi, che coordinano le indagini sulla vicenda, hanno iscritto nel registro degli indagati il proprietario dell’esercizio commerciale, un cittadino cinese di 55 anni, e il medico di base 61enne che aveva prestato le prime cure al giovane.
Per gli inquirenti si è trattato di un atto dovuto, che permetterà ai due di difendersi. Infatti le indagini mirano a chiarire la presenza di un nesso tra il pranzo a base di sushi e la decesso di Luca, che tutte le terapie prescritte nei giorni successivi non sono riuscite ad impedire.
L’autopsia potrà chiarire se il decesso del 15enne è collegato a un’intossicazione per il sushi
La storia del 15enne ha colpito molto l’opinione pubblica in città: il ragazzo era un grande tifoso del Napoli, tanto che gli ultras della curva lo hanno ricordato allo stadio Maradona con uno striscione con su scritto “Ciao piccolo Luca”. Il giovane era figlio di una coppia di gioiellieri del quartiere Soccavo: era il minore di tre fratelli, nato a distanza di molti anni dagli altri due.
I familiari, assistiti dall’avvocatessa Marianna Borrelli, adesso chiedono di conoscere la verità sull’accaduto: in particolare si vuol capire se il decesso sia stato provocato da un’intossicazione dovuta al sushi. Nelle prossime ore sarà effettuata l’autopsia che potrà dare una risposta definitiva ai dubbi sulla vicenda: l’esame sarà svolto del medico legale Alfonso Maiellaro, coadiuvato dall’anatomopatologa Tiziana Ascione e dall’infettivologo Alfonso Nappi.
Si sospetta che il sushi possa essere stato contaminato dal batterio della salmonella
Purtroppo i tempi per arrivare alla verità sull’accaduto non saranno brevi perché serviranno settimane per avere i risultati completi dell’autopsia. Comunque, col passare delle ore si fa strada un sospetto: il 15enne potrebbe essere stato ucciso dalla salmonella.
Infatti nei giorni scorsi una delle tre amiche che erano con lui al ristorante di sushi è stata sottoposta a una serie di analisi: anche la giovane era stata male dopo quel pranzo. I genitori hanno deciso di accompagnarla in ospedale il giorno successivo a quello della morte di Luca: dopo che la ragazza è stata ricoverata, i medici le hanno prescritto degli esami che hanno portato a individuare la presenza del batterio della salmonella.
Oltre al proprietario del ristorante di sushi è indagato anche il medico di base del ragazzo
Luca aveva accusato i primi malesseri subito dopo il pranzo con le amiche al Vomero dello scorso 23 novembre: era stato colpito dalla febbre, accompagnata da vomito e altri disturbi gastrici.
I pm hanno indagato anche il suo medico di base, insieme al proprietario del ristorante di sushi: il dottore gli aveva somministrato degli antibiotici, non ritenendo necessario il ricovero in ospedale per il ragazzo. Nei giorni successivi la febbre era scesa, ma gli altri sintomi non accennavano a diminuire: per il 15enne erano stati già prenotati alcuni esami clinici più approfonditi per il 3 dicembre, quando le sue condizioni sono improvvisamente peggiorate, fino al decesso.