Giallo nella riserva naturale delle Saline di Tarquinia, in provincia di Viterbo: nel pomeriggio di martedì 7 dicembre, intorno alle ore 15, un passante ha notato il corpo di un uomo, ormai privo di vita, all’interno di un’auto, una Volvo ferma in uno spiazzo erboso. La vittima, freddata da un colpo di pistola alla testa, è un biologo marino di 50 anni, Dario Angeletti. I carabinieri che indagano su questa misteriosa vicenda di Cronaca Nera hanno analizzato a lungo la vettura, alla ricerca di qualche traccia che permettesse di individuare l’assassino.

Le indagini, condotte nel massimo riserbo, mirano anche a chiarire il movente del delitto. Nelle ore successive al ritrovamento, gli inquirenti hanno interrogato parenti e amici del biologo per ricostruire il giro di frequentazioni dell’uomo e capire se in passato avesse ricevuto qualche minaccia.

Chi era il biologo assassinato nella riserva naturale della Tuscia

Dario Angeletti era professore associato del Cismar (Centro sperimentale marino ittiogenico) istituito presso il Dipartimento di Scienze biologoche ed ecologiche dell’Università della Tuscia. Nel corso degli anni lo studioso si è occupato dei metodi per contrastare l’erosione che ha colpito la costa tra Montalto di Castro e Tarquinia.

Inoltre il suo campo di studi spaziava dalle modalità di ripopolamento della fauna marina alla protezione dei cetacei presenti nel Mediterraneo occidentale. Il biologo lavorava spesso presso la riserva naturale dove è stato ucciso: la sua attività quindi si divideva tra Tarquinia, località in cui abitava, e Civitavecchia, dove insegnava nei corsi universitari di Tutela dell’ambiente marino ed Ecologia Applicata.

Si indaga anche sulla vita privata del biologo marino ucciso nella sua automobile

Al momento non si esclude nessuna pista sul movente del delitto. Infatti, oltre all’attività lavorativa del biologo, in queste ore gli inquirenti stanno passando al setaccio la sua vita privata. Si ipotizza anche che lo studioso possa essere finito in trappola: qualcuno gli avrebbe dato appuntamento in quel luogo, per poi introdursi nella sua vettura e aggredirlo.

A quanto pare ci sarebbe stata una colluttazione tra il docente e l’assassino, molto probabilmente una persona a lui nota. Inoltre sono stati riscontrati dei segni di frenata nei pressi della Volvo appartenente alla vittima, che quindi potrebbe essere stata inseguita in auto. Gli inquirenti sperano di ottenere qualche informazione in più dai filmati delle telecamere di sorveglianza presenti nella riserva naurale. Infine ci sarebbero alcuni testimoni, che dopo aver sentito dei colpi di pistola, avrebbero notato come la macchina del professore sarebbe stata affiancata da un altro mezzo.

Gli inquirenti cercano di identificare il killer del biologo marino

Nelle scorse ore è circolata anche la voce, non smentita dai militari dell’Arma, che qualcuno avrebbe visto una persona allontanarsi dal luogo del delitto, e che questo misterioso individuo sarebbe ricercato dalle forze dell’ordine.

Con il passare del tempo il cerchio sembra restringersi intorno all’assassino: gli inquirenti sarebbero convinti di non trovarsi di fronte a una rapina finita male e quindi avrebbero intensificato le indagini sulla vittima, compiendo anche alcune perquisizioni. In particolare sono stati analizzati i tabulati telefonici del biologo marino per verificare con chi avesse parlato nelle ore che hanno preceduto il delitto. Inoltre, nelle prossime ore saranno esaminati computer e tablet del professore, alla ricerca di elementi utili alle indagini.