Una stima da parte dei ricercatori dell’istituto triestino SISSA ha ipotizzato il numero complessivo di buchi neri presenti nell’universo intorno ai 40 miliardi di miliardi. Il dato è stato stimato sulla base di calcoli che concernono la nascita e lo sviluppo dei buchi neri, insieme a caratteristiche proprie di questi elementi come la massa. La scoperta fungerà da base per altre ricerche che potrebbero portare ad nuove risoluzioni. I risultati della ricerca sono stati poi pubblicati sulla rivista scientifica The Astrophysical Journal a disposizione della comunità di ricercatori.

Stimato il numero di buchi neri

Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’istituto triestino SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati), fra cui il docente Andrea Lapi e dello scienziato Lumen Boco, in collaborazione con le Università di Padova, di Southampton e Durham, ha stimato un numero approssimativo ma estremamente attendibile di questi corpi celesti presenti nello spazio. Sarebbero 40 miliardi di miliardi, ossia un numero che è costituito da un quattro seguito da diciannove zeri. Questo numero è stato calcolato in base solamente a quelli formatisi con l’evoluzione di stelle singole e quelle che vengono convenzionalmente chiamate 'binarie', quindi considerando le fusioni avvenute fra questi corpi celesti.

Inoltre, è stato rilevato che in questo numero considerevole è racchiusa circa l’1% della materia ordinaria.

I risultati della ricerca è stata pubblicata in forma di articolo, firmato dall’astrofisico Alex Sicilia che ha collaborato allo studio, sulla famosa rivista scientifica The Astrophysical Journal.

Come è stato possibile arrivare ad una stima abbastanza precisa

Calcolando la ‘nascita’ e la ‘crescita’ dei buchi neri, in relazione alla loro massa e della loro luminosità, i ricercatori hanno potuto stabilire questo numero che decreta l’esistenza dei buchi neri. Per quel che riguarda la massa, gli scienziati hanno considerato la massa stellare che va fra le 5 e le 160 volte la massa del nostro Sole nel corso della vita dell’universo.

Ma la presente ricerca, secondo la volontà degli studiosi, non si fermerà a questa scoperta, perché gli elementi che hanno permesso di arrivare a un risultato di tale portata scientifica e la risoluzione dello stesso studio condotto con la collaborazione delle varie università saranno utili per poter stimare la velocità di evoluzione dei buchi neri e sulle masse che questi possono presentare.