"Anastasia Kylemnyk ha mistificato i fatti creando dei depistaggi", lo ha detto ieri, 11 febbraio, la pm Giulia Guccione durante la requisitoria nel corso del processo per la morte di Luca Sacchi. Il 24enne personal trainer fu ucciso la notte tra il 23 e il 24 ottobre 2019 nel corso di una compravendita di droga che si tramutò in una tragica rapina.
A ucciderlo fu un solo colpo d'arma da fuoco, davanti a un pub nel quartiere Appio Latino di Roma. La pm ha chiesto l'ergastolo per Valerio Del Grosso, considerato l'esecutore materiale del delitto, pene esemplari per Paolo Pirino e Marcello De Propris perché sarebbero stati complici nell'omicidio.
Per Anastasia, all'epoca fidanzata della vittima, non implicata nell'omicidio, l'accusa ha chiesto quattro anni e mezzo per traffico di stupefacenti: la notte del delitto, la ragazza aveva con sé uno zainetto che conteneva 70mila euro da consegnare a Del Grosso e Pirino per acquistare 15 chili di marijuana.
Processo Sacchi, la requisitoria: 'Violenza gratuita'
La notte tra il 23 e il 24 aprile 2019, un colpo di arma da fuoco sparato ad altezza d'uomo e a distanza ravvicinata uccise in appena 31 secondi a Luca Sacchi: è un passaggio della requisitoria della pm Guccione nel corso dell'udienza che si è svolta ieri nell'aula bunker di Rebibbia davanti alla prima Corte d'Assise del Tribunale di Roma.
Nel giorno della richiesta delle condanne per gli imputati, la pm ha ricostruito cosa accadde e la posizione di ogni imputato attraverso documenti processuali, filmati, perizie medico-legali.
Poco dopo l'inizio della requisitoria, prima Tina, la mamma di Luca, accompagnata dall'altro figlio, Federico, poi Alfonso, il papà, in lacrime e visibilmente provati sono usciti dall'aula.
Quella notte, il giovane Sacchi aveva accompagnato la fidanzata, ma la pm ha messo a tacere ipotesi e illazioni: si sarebbe trattata di un’esecuzione programmata, non di una vendetta personale, ma di un atto di violenza gratuita. Valerio Del Grosso, Paolo Pirino e Marcello De Propris, sono accusati di omicidio volontario aggravato perché connesso alla rapina.
Ma per Guccione "è fuori dubbio che l'esecutore materiale sia Valerio Del Grosso: emerge chiaramente che lui ha mirato e sparato alla figura di Luca". Per Del Grosso, ha chiesto l'ergastolo: il grilletto sarebbe stato premuto senza alcun motivo, eccetto che quello "di affermare la propria figura davanti agli amici". Il proiettile trapassò la testa di Luca "senza lasciargli scampo" quando lo zaino era già nelle mani di Pirino. La pm ha chiesto trent'anni per quest'ultimo, che accompagnava Del Grosso, e per De Propris, accusato di aver fornito l'arma e di aver spronato Del Grosso che sarebbe stato un po' esitante. Pirino, in particolare, "condiviso il progetto di rapina a mano armata, entrò in colluttazione con Luca Sacchi e portò a termine l'azione delittuosa impossessandosi dello zaino".
Anastasia avrebbe mentito sulla cessione della droga
Secondo la rappresentante dell'accusa, l'omicidio di Luca Sacchi è una vicenda paradossale dal momento che "la vittima è stata fatta passare per accusato".
"In questo processo, c’è chi ha da subito mistificato i fatti, con veri e propri depistaggi, cercando di far passare tutto come una rapina andata male. Princi, che ha tradito l’amico Luca, Anastasia che inizialmente ha mentito, cambiato versione più volte e poi ha continuato a omettere i fatti", ha affermato la pubblico ministero.
Giovanni Princi, che secondo la pm ha intralciato le indagini, è stato già condannato a 4 anni e 4 mesi di carcere con il rito abbreviato.
Nella vicenda processuale, Anastasia Kylemnyk, ha un doppio ruolo: coinvolta nella seconda tranche dell'inchiesta per la violazione della legge sugli stupefacenti, è invece parte lesa nel procedimento perché vittima della rapina dello zainetto che conteneva i 70 mila euro destinati a comprare 15 chili di marijuana.
Il papà di Luca: 'Anastasia gli ha scavato la fossa'
Lo scorso gennaio, all'indomani del rinvio a giudizio degli imputati e anche di Anastasia, Alfonso Sacchi ebbe parole durissime contro la fidanzata del figlio: la ragazza, originaria dell'Europa dell'Est, era stata accolta in casa Sacchi come una figlia. Ma dopo il delitto, secondo il racconto dei genitori di Luca - che si sono sentiti ingannati - non si sarebbe più fatta sentire né vedere da loro, né avrebbe più risposto alle loro chiamate.
"Abbiamo conosciuto due Anastasie, quella che conoscevamo prima era una ragazza affabile, aiutava mia moglie, poi dopo l'estate un'altra persona. Se Luca non c'è più, è anche colpa sua che gli ha scavato la fossa", disse un anno fa Alfonso Sacchi. All'epoca, il papà aveva chiesto giustizia: "Un povero ragazzo per bene non può non avere giustizia", aveva detto.