"Liliana Resinovich è stata uccisa". Sergio, il fratello della 63enne scomparsa a dicembre e ritrovata senza vita il 5 gennaio scorso, non sembra avere dubbi in proposito. Per questo l'uomo ha inviato alla procura di Trieste un documento, una sorta di memoria, in cui ha spiegato le sue convinzioni. A suo dire, dietro la morte della sorella, potrebbe esserci un movente di tipo economico.

Nella serata di ieri, venerdì 11 febbraio, il programma d'approfondimento giornalistico Mediaset "Quarto Grado" ha dedicato ampio spazio al caso di cronaca.

La 'memoria' del fratello di Liliana

Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero, confermando quanto anticipato da alcune testate locali, hanno affermato che Sergio Resinovich, fratello di Liliana, nelle scorse ore ha depositato, in procura a Trieste una sorta di memoria. L'invio, effettuato dal suo legale, l'avvocato Luigi Fadalti, è avvenuto via pec (posta elettronica certificata).

Sul preciso contenuto del documento, per ovvie ragioni investigative, vige il massimo riserbo, ma da quanto trapelato, in quelle righe trasmesse all'attenzione del procuratore Antonio De Nicolo, Sergio, indicherebbe i motivi per cui, a suo dire, la sorella sarebbe stata uccisa. L'uomo avrebbe anche avanzato l'ipotesi del "movente economico".

Al momento, gli investigatori, non avrebbero ancora escluso l'eventualità del gesto estremo e il fascicolo risulta ancora aperto per sequestro di persona. Nell'inchiesta, inoltre, non risultano per indagati.

Ancora da chiarire le cause della morte di Liliana

Sergio non è l'unica persona a non credere che Liliana si sia tolta la vita.

Solo pochi giorni fa, infatti, una lettera scritta da un caro amico dell'ex dipendente della Regione Friuli Venezia Giulia, l'80enne Claudio Sterpin, è stata acquisita dagli inquirenti. Nella missiva, l'uomo, che avrebbe dovuto incontrare "Lily" proprio la mattina della sua scomparsa, il 14 dicembre, ha messo nero su bianco la sua personale ricostruzione della vicenda ed avrebbe anche fatto il nome di tre persone coinvolte, o forse addirittura protagoniste, nella morte della donna.

Secondo il medico legale, Liliana Resinovich è deceduta per scompenso cardiaco acuto. Tuttavia, l'esame autoptico non ha chiarito quali circostanze hanno portato alla morte la 63enne. Per questo, gli agenti dei gabinetti di Polizia scientifica di Padova e Milano sono al lavoro per svolgere una serie di accertamenti tecnici irripetibili su alcuni reperti ritrovati accanto al corpo della donna. L'attenzione degli inquirenti sarebbe rivolta in particolare ai sacchi neri di nylon trovati addosso a Liliana, alla sua biancheria intima, a un guanto nero, a una bottiglietta di plastica contenente del liquido, a una mascherina chirurgica e a un cordino.