Intensa mattinata per il Premier Mario Draghi, che lo ha visto impegnato in un colloquio telefonico direttamente con il leader del Cremlino Vladimir Putin. Al centro della conversazione la difficile situazione ucraina, dove spirano forte i venti di guerra, e i rapporti bilaterali fra Italia e Russia.

Sullo sfondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky cerca di frenare le tensioni e la Russia accusa gli Stati Uniti di volerle aumentare.

Ridurre le tensioni

Il premier italiano Draghi ha ribadito a Putin l'importanza di porre un freno alla crescente tensione che attanaglia l'Ucraina.

Proprio nei giorni scorsi, infatti, il Segretario Generale della NATO Stoltenberg, si era detto "pronto al peggio" e aveva promesso che, in caso di invasione militare, la Russia avrebbe "pagato a caro prezzo".

La telefonata di Draghi ha avuto come primo obiettivo, quello di ottenere da Putin la collaborazione per una de-escalation delle tensioni e l'impegno comune per il raggiungimento di un accordo in grado di risolvere, per un periodo di tempo duraturo, la crisi. Draghi ha poi ribadito la necessità di ricostruire un clima di reciproca fiducia fra le parti, riscontrando la piena condivisione di Putin.

C'è la garanzia sul gas

Altro tema molto caldo, vista la crisi energetica che sembra colpire l'Europa in queste settimane, è quello inerente alla fornitura di gas.

Putin, nel corso della telefonata, ha ribadito che l'intenzione russa è quella di continuare a fornire gas all'Italia, rispettando un percorso di stabilità congruo agli accordi presi precedentemente.

Stessa comunicazione è stata fatta filtrare dalla Tass mercoledì scorso, quando Putin, a margine di una riunione con i partner commerciali italiani, avrebbe comunicato che "le aziende italiane stanno continuando a ricevere forniture di gas naturale russo a prezzi molto inferiori rispetto a quelli di mercato, per via di contratti a lungo termine".

Il premier ucraino frena sull'invasione e la Russia accusa Washington

Il presidente ucraino Zelensvky, nei giorni scorsi, aveva richiesto la possibilità di costituire un tavolo negoziale fra Usa, Russia e Ucraina, al fine di trovare un accordo e oggi, pur avendo firmato un decreto per il rafforzamento delle capacità difensive, ha ribadito la linea secondo cui le prospettive di invasione russa vanno definite come un pretesto per "creare panico".

Altro tema scottante è quello delle sanzioni alla Russia, la Nato e Biden, infatti, hanno definito inevitabile una presa di posizione simile, nel caso in cui non fosse stata imposta una cessazione delle attività militari al confine ucraino.

Il Cremlino, dal canto suo, ha fatto sapere tramite un comunicato della sua ambasciata a Washington, che non si sarebbe "tirato indietro" e che i vertici russi "sarebbero rimasti sull'attenti, ascoltando le possibili sanzioni minacciate dagli Stati Uniti".