Anna Borsa aveva ogni giorno più paura, meditava di lasciare tutto e scappare: da mesi, l'ex la perseguitava. Ieri, 1° marzo, l'ha uccisa sul luogo di lavoro a Pontecagnano Faiano, in provincia di Salerno. Di prima mattina l'omicida, il 40enne Alfredo Erra, l'ha raggiunta nel salone di bellezza dove lei faceva la parrucchiera. In negozio c'erano già clienti e una collega, diventati atterriti testimoni di un'esecuzione: l'imprenditore agricolo le ha sparato a sangue freddo.

Anche l'attuale compagno della donna è stato ferito nell'agguato ed è in prognosi riservata.

Il padre della 30enne, l'unico della famiglia a vedere il corpo senza vita della figlia, ha gridato la sua disperazione: aveva capito il pericolo e ha cercato di salvare sua figlia ma non ci è riuscito.

'L'ex le aveva già buttato alcol e benzina addosso'

L'ennesimo femminicidio, come già insegnano altre analoghe tragedie, pare una morte annunciata. L'ha fatto capire, Ettore Borsa, il papà di Anna, con il suo racconto disperato mentre davanti al negozio di via Tevere si radunavano compaesani sconvolti e gli addetti provvedevano a portare via il corpo della figlia in una bara in acciaio. "Io ero andato dai carabinieri, avevo detto che questo dava fastidio a mia figlia, che stava esagerando, ma doveva essere Anna a denunciarlo veramente.

E lei aveva detto che l'avrebbe fatto", ha riferito.

Ettore aveva cercato di tutelare la figlia: in caserma, dove era stato più volte con la moglie e l'altro figlio, i militari gli avevano spiegato che trattandosi di un reato perseguibile a querela di parte, solo la denuncia della persona offesa poteva avviare l'azione giudiziaria.

Malgrado la paura, Anna non aveva voluto denunciare l'ex. Il padre l'aveva sollecitata a farlo fino a qualche giorno fa: "Non voglio rovinarlo per sempre", avrebbe detto lei.

Eppure, a Pontecagnano, in tanti sapevano che Erra le dava fastidio mostrandosi sempre più pericoloso. Ci sarebbe stato un precedente tentativo di ucciderla: "Il suo ex le aveva già buttato alcol e benzina addosso tempo fa", il racconto di una collega.

Ieri mattina, quando con l'auto della ditta si è fermato nei pressi del salone di bellezza, insospettito, un amico della famiglia Borsa ha subito allertato i vigili. Quando sono arrivati sul posto, Anna era già morta.

La relazione tra i due era terminata otto mesi fa dopo circa tre anni di alti e bassi. Erra non ammetteva di essere stato lasciato e ha cominciato l'escalation di violenza. "Diceva che mi voleva bene come si vuole bene a un padre, ho visto quanto mi voleva bene, mi ha ammazzato perché mi ha tolto la cosa più importante che avevo, mia figlia Anna", le parole di Ettore. "Aveva paura ed era pensierosa. Non voleva più andare a lavorare. Mi aveva confidato di voler andare via da Salerno", ha riferito una cliente.

Anna Borsa, l'ex ha tentato il suicidio

Ieri, l'assassino vestito con una tuta nera aveva con sé un trolley blu. Ad Anna aveva raccontato che era in partenza, "vado via da mia zia per un po'", le avrebbe detto con la scusa di essere passato a salutarla. E invece, da quel trolley ha estratto un'arma da fuoco con la quale ha sparato il colpo alla testa che ha ucciso la parrucchiera. Prima di essere catturato, ha sparato anche ad Alessandro Caccavale, il nuovo compagno di Anna che si trovava davanti al negozio. Ha provato a togliersi la vita senza riuscirci sparandosi alla testa: il proiettile, di piccolo calibro, non è arrivato al cervello e si è fermato nella calotta cranica.

Quando dopo cinque ore è stato rintracciato da una pattuglia della Polstrada, sottosezione di Eboli, nell'area di servizio Salerno Ovest, sulla A2, era a piedi in stato confusionale e aveva una ferita alla testa.

Da ieri, si trova piantonato all'ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno, nel reparto riservato ai detenuti: è sedato in attesa di essere sottoposto a un intervento chirurgico. Per questo, sebbene in stato di fermo per omicidio premeditato, tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco, non è stato ancora interrogato dal pm e dal gip per la convalida del fermo. Nello stesso ospedale, si trova il 'rivale' gravemente ferito: un proiettile gli ha perforato un polmone.

Le indagini

La salma della 30enne è stata sequestrata: potrebbe essere disposta l'autopsia. L'acquisizione da parte dei carabinieri, coordinati dal pm Marinella Guglielmotti che indaga con l’aggiunto Francesco Soviero, delle immagini delle telecamere di sorveglianza avrebbe già permesso, insieme alle testimonianze raccolte, di ricostruire la dinamica della sparatoria.

Sono stati sequestrati i cellulari della vittima e dell'assassino, che la minacciava anche via social, per capire cosa sia accaduto nelle ore precedenti al delitto. Da accertare la provenienza dell'arma da fuoco.