Ora vogliono solo scappare da Sharm El Sheikh. In un resort di lusso della località balneare egiziana sul mar Rosso, dovevano trascorrere una vacanza da sogno: invece è accaduta una tragedia. Venerdì scorso l'inizio dell'incubo: tutta una famiglia arrivata da Palermo - padre, madre e figlio - si sente male, per cause ancora da chiarire, probabilmente per un'intossicazione alimentare.

Muore il bambino di sei anni, Andrea Mirabile. Il papà Antonio, di 46 anni, è ricoverato in gravi condizioni. La mamma Rosalia Manosperti, 35 anni, incinta di quattro mesi, anche lei ricoverata, ha lanciato un appello al governo italiano per il rientro dall'Egitto e ha ottenuto risposta.

Unica nota che alleggerisce la tragedia.

Da Sharm, l'appello e l'ok della Farnesina

Rosalia Manosperti, ricoverata con il marito da sabato 1° luglio e dimessa stamattina 7 luglio dall'ospedale internazionale di Sharm el Sheikh, dal suo letto di ospedale egiziano aveva registrato un audio di 26 secondi per sollecitare le istituzioni italiane ad attivarsi per il loro rientro in patria anche con la salma del figlio di 6 anni. "Chiedo a tutte le istituzioni competenti di attivarsi affinché ci riportino in Italia il primo possibile con un volo speciale perché le nostre condizioni di salute non ci permettono di prendere un volo normale. Aiutateci a tornare a casa il prima possibile", aveva detto con voce stremata.

Roberto, fratello di Rosalia, ha spiegato alla stampa che il cognato ancora ricoverato, è sottoposto a terapia con ossigeno e ciò non gli consente di prendere un normale volo di linea. Dopo giorni complicati, è arrivata questo pomeriggio, la comunicazione ufficiale dalla Farnesina, con la quale è sempre rimasto in contatto anche il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.

L'ambasciata d’Italia al Cairo e il consolato onorario a Sharm el Sheik hanno ottenuto i permessi dal governo egiziano per consentire alla compagnia assicurativa con la quale la famiglia aveva sottoscritto una polizza, di inviare un volo speciale che riporterà a casa i coniugi palermitani e la salma del figlio. Una volta migliorate le condizioni di Antonio, faranno ritorno a Palermo.

Intanto, sulla morte del bambino la magistratura egiziana ha aperto un'indagine. Deve accertare cosa abbia causato il malessere che ha fatto star male la famiglia e portato al decesso del piccolo, e se ci siano state negligenze da parte dei medici.

Sharm, cosa si sa dell'accaduto

Antonio e Rosalia erano partiti con il piccolo Andrea da Palermo domenica 26 giugno. Destinazione, il Sultan Gardens Resort a Sharm, struttura ricettiva a 5 stelle dove avrebbero dovuto trascorrere due settimane. Andrea è morto sabato, il padre è finito in terapia intensiva, e Rosalia costretta a sopportare, oltre al peso della tragedia, le difficoltà burocratiche.

I primi sintomi, come ha raccontato lo zio materno Roberto Manosperti, sono iniziati la mattina di venerdì 1° luglio.

Andrea e Antonio hanno vomitato più volte. Il bambino ha cominciato a stare malissimo. "Mio cognato pensava che avesse ingerito acqua in piscina. Ma non poteva essere solo quello", ha riferito Roberto.

A seguire, il giorno stesso all'ora di pranzo, sono stati accompagnati presso la guardia medica del resort, con il personale sanitario che si alternava. È stata fatta una prima flebo con una soluzione fisiologica, e date tre pillole per curare le intossicazioni alimentari. Ma la situazione è precipitata in poche ore. Il giorno dopo, sabato 2 luglio, la corsa in ospedale dove il bambino è morto e i genitori sono stati ricoverati, il padre in gravi condizioni.

Sharm, lo zio: 'Le nostre vite segnate per sempre'

Lo zio Roberto ha detto che la tragedia segnerà per sempre le vite di tutti. Ma oltre il dolore, c'è la volontà di andare a fondo nella vicenda per accertare cosa sia veramente accaduto. La famiglia ha intenzione di procedere legalmente contro lo staff medico del resort e ha scelto un legale da una lista fornita dal consolato.

Roberto ha riferito che al rientro della salma del bambino in Italia, darà l'incarico a medici di fiducia di fare un'altra autopsia sul corpo del nipotino: le cause della morte sarebbero ancora sconosciute, né sarebbe chiara la tempistica per avere il referto dell'autopsia egiziana. Per i parenti è inspiegabile che Andreuccio, come lo chiama lo zio, un bambino sano, sia morto nel giro di 36 ore dalla manifestazione dei primi sintomi. Secondo Roberto, che ha sentito la sorella, lei, il cognato e il nipotino avrebbero sempre mangiato all'interno del resort e bevuto bibite rigorosamente imbottigliate.