Tanta paura ma, fortunatamente, nessuna seria conseguenza per i trentuno escursionisti che sono rimasti intossicati dalle esalazioni di monossido di carbonio. Il tutto è avvenuto nella notte di giovedì 10 marzo, sul rifugio d'Argentière (posto a circa 2800 metri di altitudine sul versante francese del Monte Bianco). L'allarme è scattato dopo che diversi alpinisti ed escursionisti presenti nella struttura hanno iniziato ad accusare dei veri e propri malori.

Sette degli intossicati sono stati costretti a cure ospedaliere

Non appena giunto l'allarme, subito si sono adoperati i soccorsi.

Le operazioni di salvataggio, in particolare, sono state effettuate dal Peloton de Gendarmerie de Haute Montagne di Chamonix. Non appena giunti sul posto, gli uomini di primo soccorso hanno subito rilevato un'alta concentrazione di monossido di carbonio, individuato come il colpevole dei problemi di salute manifestati da diversi ospiti della struttura. Per questo motivo è stata disposta l'evacuazione dell'intero rifugio, nel quale si trovavano in quel momento 31 persone.

Tutti questi sono stati trasportati a valle mediante l'uso degli elicotteri, dove sono stati poi sottoposti a degli accertamenti medici atti a verificare il livello di intossicazione da monossido. Sette delle persone intossicate hanno manifestato la necessità di cure ospedaliere e per questo sono stati trasportati presso il centro ospedaliero di Sallanches.

Nessuno di loro, comunque, è in gravi condizioni di salute.

Altri 17 ospiti del rifugio hanno necessitato di cure mediche

Oltre ai sette escursionisti feriti, altri 17 ospiti della struttura hanno avuto bisogno di supporto medico. Viste le loro condizioni di salute non preoccupanti, comunque, sono stati soccorsi all'interno della postazione medica gestita dai pompieri dello Sdis 74, con la collaborazione dei medici degli Hopitaux du Mont Blanc, a Chamonix.

Tutti gli altri, invece, sono stati ospitati in un hangar a Chamonix. Le operazioni di bonifica all'interno del rifugio si sono protratte per ore, terminando solo alle quattro della mattina.

Tra le persone che sono rimaste intossicate dal monossido e hanno necessitato di un ricovero vi è anche la moglie del gestore del rifugio, Fred.

Quest'ultimo, sui social, ha voluto rassicurare tutti sulle condizioni della coniuge, informando delle sue dimissioni imminenti: "Noi e i nostri figli abbiamo la testa dura". Il gestore, poi, ha voluto ringraziare tutti coloro che non appena hanno saputo della notizia si sono preoccupati e hanno deciso di far arrivare all'uomo e alla sua famiglia dei messaggi di vicinanza.