San Giovanni Rotondo piange Galak, il "cane del pellegrino". Il randagio era noto nel paese sul Gargano per accompagnare i fedeli al Santuario dedicato a San Pio da Pietrelcina, uno dei luoghi di culto più visitati in italia. Da quanto riportato dalle pagine di cronaca di alcune testate locali, l'animale sarebbe stato ucciso a colpi d'arma da fuoco. La polizia locale e i carabinieri hanno avviato un'indagine per trovare i responsabili.

Galak, ucciso a colpi di arma da fuoco

Galak era un cane randagio che viveva nella zona del Convento di San Giovanni Rotondo.

Microchippato presso il vicino comune di San Marco in Lamis (Foggia), anche se non aveva un padrone libero di muoversi in quanto non infastidiva visitatori e turisti, che ogni raggiungono a piedi il Santuario, anzi li "accompagnava". Era solito muoversi nell'area occupata dai chioschi delle Clarisse e, da quel che si apprende, le volontarie si occupavano di lui. In più di un'occasione, però, le donne che se ne prendevano cura sarebbero state "invitate" a "far sparire" il quattro zampe.

L'animale, secondo quanto denunciato dal movimento animalista e ambientalista "Stop Animal Crimes Italia" sarebbe stato ucciso a colpi d'armi da fuoco. L'associazione dopo aver trovato, nella giornata di giovedì 28 luglio, l'animale senza vita, ha chiesto l'intervento dei carabinieri, chiedendo che venga aperta un'indagine al fine di individuare al più presto l'autore - o gli autori - del "gesto criminale" "Seguiremo le indagini e faremo di tutto – hanno affermato i responsabili del movimento – per far punire il responsabile di un atto tanto primitivo e pericoloso".

Il sindaco di San Giovanni Rotondo piange Galak

La notizia dell'uccisione di Galak ha colpito profondamente anche Michele Crisetti, sindaco di San Giovanni Rotondo. "Ci siamo svegliati così - ha spiegato - con una telefonata ci hanno comunicato la notizia: Galak non c'è più". Il primo cittadino del comune foggiano, definendosi incredulo, ha aggiunto di esser salito al Convento, alle sette del mattino.

Sul posto era già presente il referente comunale al randagismo, Alberto Pietroboni e, come da protocollo, sono stati allertati subito i vigili, i carabinieri e il veterinario della Asl.

Poi, ha aggiunto: "Si fa fatica d immaginare come un cane così mansueto e buono, ‘il cane del pellegrino', come tutti lo chiamavano possa essere morto, probabilmente ucciso violentemente".

I riscontri ufficiali ancora non sono arrivati, ma sembra che qualcuno abbia sparato l'animale. "Non si può non provare disprezzo, profonda rabbia e immancabile dolore - ha concluso - Galak non aveva nessuna colpa, e non meritava di morire. Buon ponte".