Nella mattinata del 14 luglio si è spento il giornalista Eugenio Scalfari. La camera ardente è stata aperta a Roma in Campidoglio, presso la sala della Protomoteca, questo venerdì 15 luglio dalle ore 16 alle ore 19. La cerimonia di commemorazione del fondatore di Repubblica si svolgerà domani, sabato 16 luglio, alle 10:30 nella medesima sala.

Tanti sono stati i messaggi di cordoglio per la scomparsa del giornalista: dal Papa al presidente della Repubblica Sergio Mattarella fino al presidente del Consiglio Mario Draghi.

Biografia di Eugenio Scalfari: gli inizi della carriera giornalistica

Nato a Civitavecchia il 6 aprile del 1924. Tra gli incontri che gli hanno cambiato la vita vi è quello con Italo Calvino, suo compagno di banco nella scuola di Sanremo. Nel 1941 si trasferisce a Roma e come molti della sua generazione, aveva attraversato il fascismo e si era fatto affascinare dalla figura del Duce. Nel 1943 viene cacciato dal Guf per un articolo scritto su Roma fascista sulla corruzione dei gerarchi. Nel dopoguerra conobbe Mario Pannunzio e iniziò a scrivere su Il Mondo, incentrato su idee socialiste e liberali, sotto la guida di Ernesto Rossi.

Nel mentre tiene una rubrica di economia su L’Europeo, creando così il giornalismo economico, genere quasi inesistente.

La svolta avvenne dall’incontro con Carlo Caracciolo, editore di L’Espresso, che Scalfari diresse a partire dal 1963.

Eugenio Scalfari: la fondazione di La Repubblica e gli ultimi anni

intanto a Milano conosce Simonetta de Benedetti, figlia di Giulio, direttore di La Stampa. Si sposano a Londra nel 1954 e cinque anni dopo rinnovano le nozze a Roma: un sodalizio affettivo che non si sarebbe mai sciolto fino alla morte di lei.

Scalfari è stato anche senatore della Repubblica tra il 1968 e il 1972 nella file del PSI-PDSI Unificati.

Nel luglio del 1975, Scalfari firma nella villa di Giorgio Mondadori l’atto costitutivo della nuova società editrice La Repubblica, che viene avviata il 14 gennaio del 1976. Le coordinate politiche e culturali sono state e sono: etica pubblica, innovazione e modernizzazione del paese.

Per vent’anni, prima di lasciare il timone a Ezio Mauro, rimase alla guida della Repubblica. Negli anni Ottanta nel giornale entrò l’editore Carlo De Benedetti e venne respinto il tentativo di acquisizione da parte di Berlusconi.

Nel 1996, a 72 anni, Scalfari lascia la direzione di Repubblica dando inizio alla stagione della scrittura di vari saggi filosofici e di romanzi.