È mistero sulla morte di Giuseppina Arena, 52 anni, uccisa da tre colpi di pistola sparati al volto da breve distanza il giorno del suo compleanno, mercoledì 12 ottobre, a Chivasso, nella città metropolitana di Torino. Il corpo della donna è stato ritrovato in prato nei pressi di un cavalcaferrovia della linea alta velocità Torino-Milano nella strada comunale Pratoregio, in un’area periferica poco frequentata, dove nessuno avrebbe sentito sparare. Tuttavia i tre bossoli di una calibro 7,65 sono stati ritrovati a pochi passi dalla vittima.
La donna era arrivata fino a quella zona con la sua bicicletta, una Graziella bianca e rossa, utilizzata abitualmente per spostarsi.
I carabinieri che indagano su questo episodio di Cronaca Nera, sotto il coordinamento del pm Alessandro Gallo della procura di Ivrea, al momento non escludono nessuna pista, anche perché l’autore del delitto è riuscito a far perdere le proprie tracce.
Un passante ha scoperto il corpo della donna uccisa
A dare per primo l’allarme è stato un passante che, verso le ore 18 di mercoledì, ha notato il corpo della vittima: in un primo momento si era pensato a un malore. Tuttavia col ritrovamento dei tre bossoli è apparso chiaro che si trattasse di un omicidio. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Chivasso e del comando provinciale di Torino, oltre alla squadra scientifica, che si è occupata di effettuare i rilievi.
La salma è stata trasferita all’obitorio, in attesa dell’autopsia disposta dal magistrato.
Nel frattempo si attendono novità utili alle indagini dall’analisi del telefono cellulare utilizzato dalla 52enne, un vecchio modello rinvenuto dai militari dell’Arma, che ora sperano di recuperare telefonate o messaggi utili per trovare l’assassino.
Inoltre gli inquirenti sono attualmente impegnati a ricostruire gli ultimi spostamenti della donna e a individuare le ultime persone che l’hanno vista viva. Infine è in corso l’esame dei filmati delle telecamere di sorveglianza della zona, per identificare chiunque sia passato da quelle parti. Per gli inquirenti qualcuno potrebbe aver attirato la vittima in quell’area, distante alcuni chilometri da casa sua e lontana dai tragitti che la donna uccisa percorreva abitualmente in bici, quando si recava da Chivasso a Montanaro per visitare il fratello e andare a pregare davanti alla tomba della madre.
Le indagini si concentrano sulle abitudini della 52enne uccisa
Gli inquirenti stanno esaminando anche i contatti e le amicizie della vittima, per far luce sul suo passato recente. La 52enne abitava nelle case popolari di via Togliatti, alla periferia di Chivasso. La sua casa era un bilocale di 40 metri quadri al piano terra, ottenuto nel 2003, per il quale pagava il canone più basso, date le sue condizioni di indigenza, che la portavano a vivere di solidarietà e con gli aiuti della Caritas del Comune. Sarebbe sempre stata vista da sola, anche se allo stato civile risultava coniugata.
La donna uccisa era nota nella zona perché era solita cantare “le storie della sua vita”, ossia le sue vicissitudini che aveva messo in musica e che eseguiva in giro per tutta Chivasso, spostandosi con la sua bici.
Secondo i vicini di casa la 52enne era una brava persona, che non avrebbe mai fatto del male a nessuno: si dedicava ai suoi animali, due cani e una quindicina di gatti.
La donna potrebbe essere stata uccisa per motivi economici
Come detto, al momento non si esclude nessuna ipotesi circa il delitto, compresa quella di un movente legato a motivi economici. Infatti gli inquirenti hanno scoperto che la donna era entrata in possesso di una significativa somma di denaro, ereditata insieme al fratello alla morte della madre un paio di anni fa, anche se la vittima aveva continuato a condurre la propria esistenza in povertà. Forse chi l’ha uccisa era al corrente dell’esistenza di quei soldi e voleva impossessarsene.