La latitanza del boss Matteo Messina Denaro, esponente della mafia siciliana, è finita questo lunedì 16 gennaio 2023. L'uomo, latitante dal 1993, è stato arrestato in una struttura sanitaria privata, la clinica specialistica La Maddalena, a Palermo. L'operazione è stata condotta dai carabinieri del Ros, del Gis e dei comandi territoriali della Regione Sicilia, in stretto coordinamento con la Procura della Repubblica di Palermo, coordinata dal procuratore Maurizio De Lucia e dall'aggiunto Paolo Guido.

"Oggi 16 gennaio 2023 i Carabinieri del Ros, del Gis e dei comandi territoriali della Regione Sicilia nell'ambito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo hanno tratto in arresto il latitante Matteo Messina Denaro all'interno di una struttura sanitaria a Palermo dove si era recato per sottoporsi a terapie cliniche", questo è stato il comunicato con cui il comandante dei Ros Pasquale Angelosanto ha diffuso la notizia.

Matteo Messina Denaro: gli omicidi, il lusso e la latitanza

Messina Denaro è nato nel 1962 a Castelvetrano (Trapani) e suo padre, Francesco "Ciccio" Messina Denaro, era il capo mandamento della zona. Ha imparato i segreti della latitanza da suo padre, il quale dopo anni di ricerche è stato trovato morto nel 1998.

Matteo Messina Denaro è stato accusato di decine di omicidi e di essere tra gli organizzatori del sequestro del bambino Giuseppe Di Matteo, rapito per costringere il padre a ritrattare le rivelazioni sulla strage di Capaci e poi strangolato e sciolto nell'acido dopo 779 giorni di prigionia.

'U Siccu era fedele prima al boss Totò Riina, poi a Bernardo Provenzano, ma preferiva l'azione.

Nel 1993, è stato accusato di aver partecipato alla strage di Capaci del '92, in cui è stato ucciso il giudice Giovanni Falcone. Messina Denaro è poi diventato latitante nell'estate di quello stesso anno, dopo essere stato visto in vacanza a Forte dei Marmi con i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano. Durante questo periodo, è diventato uno dei capi della mafia siciliana, con una vasta rete di contatti e un'influenza che si estendeva ben oltre i confini della Sicilia.

Un mandato di cattura è stato emesso per reati come associazione mafiosa, omicidio, strage, detenzione di materiale esplosivo e altri reati minori. Da allora, non c'è stato alcun segno della sua presenza. Ci sono state voci che affermavano che vivesse in Sicilia spostandosi continuamente, ma anche che avesse subito interventi chirurgici al viso e ai polpastrelli.

Per tre decenni, Matteo Messina Denaro è riuscito a sfuggire alla cattura della polizia e dei carabinieri, potendo contare su una fitta rete di protezione in Sicilia e nel Nord Italia. Nell'autunno del 2020 era stato condannato all'ergastolo in contumacia per le stragi del 1992 costate la vita a Falcone e Borsellino.

Polizia, carabinieri e guardia di finanza - negli anni - hanno fatto terra bruciata intorno al boss mafioso ritenuto il più pericoloso in circolazione, arrestando decine di fiancheggiatori che ne hanno garantito la latitanza, ma anche suoi familiari (come la sorella). Si dice che Messina Denaro amasse il lusso, le donne, i viaggi, le auto e i vestiti.

Negli ultimi anni, gli investigatori hanno sequestrato centinaia di beni mobili e immobili riconducibili al latitante.

I suoi interessi spaziavano dalla grande distribuzione organizzata all'edilizia. Anche un grande parco eolico è finito sotto sequestro. Nelle mani di Messina Denaro sarebbe finito pure un risarcimento di due milioni di euro destinato alle vittime della mafia. Le tante inchieste sul boss di Castelvetrano hanno permesso allo Stato di acquisire palazzi, ville, appartamenti, terreni, magazzini, autovetture e decine di conti correnti bancari e polizze assicurative, tutti beni per milioni di euro a lui riconducibili.

L'arresto di Messina Denaro e le reazioni della politica

L'arresto di Matteo Messina Denaro è avvenuto mentre si trovava nella clinica privata La Maddalena a Palermo, dove si stava sottoponendo a delle terapie da almeno un anno, probabilmente nel reparto oncologico.

La cattura di Messina Denaro è stata accolta con entusiasmo dalle forze dell'ordine e dalla società civile. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha telefonato il ministro dell'Interno e il Comandante dell'Arma dei Carabinieri per esprimere le sue congratulazioni per l'operazione.

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato che "è una grandissima soddisfazione per un risultato storico nella lotta alla mafia" e ha espresso i suoi complimenti alla Procura di Palermo e all'Arma dei Carabinieri.

Il presidente del consiglio dei ministri Giorgia Meloni ha dichiarato: "La cattura di Matteo Messina Denaro è una grande vittoria per lo Stato e per la società civile. Siamo sempre stati in prima linea contro la mafia e continueremo a farlo per garantire che i mafiosi siano assicurati alla giustizia e che le vittime ottengano giustizia".

Anche il sindaco di Castelvetrano, Enzo Alfano, ha espresso la propria soddisfazione per l'arresto, definendolo "la fine di un incubo e l'inizio di un'era nuova che coinvolga l'intera città".