La procura di Roma contesta l'aggravante della premeditazione all'uomo 61enne accusato di aver ucciso l'ex compagna Martina Scialdone, avvocato 35enne, di fronte al ristorante Brado, in via Amelia (quartiere Tuscolano) a Roma.

La notizia di cronaca nera sta facendo molto discutere anche perché i gestori del locale sarebbero stati accusati da alcuni clienti di non aver fatto abbastanza per aiutare la giovane e di aver fatto allontanato la coppia. I ristoratori, però, si sono difesi: "Non l'abbiamo cacciata: abbiamo tentato di proteggerla". Le indagini sono state affidate al procuratore aggiunto Michele Prestipino e alla pm antiviolenza Daniela Cento.

L'assassino di Martina avrebbe premeditato il delitto

Martina Scialdone - avvocato civilista esperta in diritto di famiglia da sempre impegnata nella difesa delle donne - è stata uccisa con un colpo di pistola al cuore nella serata di venerdì 13 gennaio dall'ex compagno C. B..

I due si erano incontrati per cenare insieme, ma il 61enne, possessore di un regolare porto d'armi per uso sportivo, si è presentato all'appuntamento armato. L'ingegnere, ex campione regionale nella specialità del tiro dinamico sportivo, in casa deteneva due fucili da caccia e quattro pistole,

L'uom, dopo aver sparato, ha tentato di fuggire a bordo della sua Mercedes Classe A. ma è stato rintracciato e arrestato poco dopo la mezzanotte, nel suo appartamento a Fidene, quartiere a nord della Capitale.

Nella giornata di oggi, lunedì 16 gennaio, comparirà di fronte al Gip per l'interrogatorio di garanzia. I pm di Piazzale Clodio, che stanno coordinando le indagini, lo hanno accusato di omicidio volontario aggravato e gli hanno contestato di aver agito contro una persona alla quale era legato sentimentalmente con premeditazione e per motivi abietti e futili.

I ristoratori: 'Abbiamo cercato di proteggere Martina'

I due si erano dati appuntamento per cena al ristorante Brado, nel quartiere Tuscolano. Il locale era affollato e i due sembravano una coppia come tante. Tuttavia, a un certo punto, hanno iniziare a discutere e a litigare. Per questo, come hanno riferito dei clienti, i gestori, avrebbero chiesto loro di uscire dalla sala.

La giovane si sarebbe anche chiusa nel bagno e da lì, sentendosi forse minacciata dall'ex, avrebbe chiesto aiuto al fratello. Sempre secondo quanto dichiarato da alcuni presenti, da lì sarebbe però stata fatta uscire.

I ristoratori, sentendosi accusati, nelle scorse ore, hanno voluto fornire la propria versione dei fatti: "Non l'abbiamo cacciata", "Martina è uscita da sola e tutti noi eravamo convinti che l'uomo che era con lei si fosse allontanato".

"Abbiamo cercato di proteggerla", hanno concluso precisando che è stata uccisa ad un centinaio di metri dal ristorante. La giovane, dopo essere stata colpita ha anche tentato di tornare indietro. "Ci siamo attivati subito per soccorrerla”, hanno dichiarato i dipendenti.

Nella giornata di ieri, domenica 15 gennaio, i titolari con un post condiviso sui social, ringraziando i clienti che sono intervenuti in soccorso di Martina, hanno annunciato la loro decisione di sospendere per due giorni l'attività in segno di vicinanza ai familiari e agli amici della vittima.